8 febbraio 2018. Arriva al quarto anno la celebrazione per tutte le vittime di tratta del mondo. Nata ufficialmente nel 2015 grazie all’appoggio dato da Papa Francesco a diverse religiose che da anni si battevano per celebrare ogni anno, in tutta la chiesa universale, una Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani.
Da tutti considerata la nuova forma di schiavitù del nostro secolo, la tratta è un fenomeno ancora sconosciuto ai più. Nel mondo, sono tra i 21 e i 35 milioni le vittime di sfruttamento e lavoro forzato. E in Italia, il fenomeno riguarda dalle 50 alle 70 mila donne costrette a prostituirsi (in prevalenza nigeriane sempre più giovani, analfabete e spesso in gravidanza) e circa 150 mila uomini, in gran parte giovani migranti, sfruttati per il lavoro nero.
Per chi volesse approfondire il tema ogni anno il Dipartimento di Stato degli USA, attraverso l’Ufficio per il monitoraggio e il contrasto della tratta di esseri umani (Office of Monitor and Combat Trafficking in Persons), redige un rapporto sul fenomeno, a livello mondiale, della tratta di esseri umani. L’ultimo disponibile è quello del 2017.
Qui di seguito invece riportiamo l’Appello per la Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta pronunciato da Papa Francesco nell’udienza del 7 febbario 2018:
Domani, 8 febbraio, memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, ricorre la Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta. Il tema di quest’anno è “Migrazione senza tratta. Sì alla libertà! No alla tratta!”. Avendo poche possibilità di canali regolari, molti migranti decidono di avventurarsi per altre vie, dove spesso li attendono abusi di ogni genere, sfruttamento e riduzione in schiavitù. Le organizzazioni criminali, dedite alla tratta di persone, usano queste rotte migratorie per nascondere le proprie vittime tra i migranti e i profughi. Invito pertanto tutti, cittadini e istituzioni, a unire le forze per prevenire la tratta e garantire protezione e assistenza alle vittime. Preghiamo, tutti, affinché il Signore converta il cuore dei trafficanti – è brutta parola questa, trafficanti di persone – e dia la speranza di riacquistare la libertà a quanti soffrono per questa piaga vergognosa.
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