di Marco Calabrese
Approvata il 3 maggio 2016, la nuova relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta analizza nove tematiche di approfondimento relative alla situazione dell’accoglienza in Italia offrendo un quadro generale sia delle procedure amministrative sia dei costi complessivi del sistema.
Relativa all’attività svolta fino al 31 gennaio 2016, la “Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate” ha pubblicato la relazione riguardante il proprio operato durante l’anno trascorso dalla sua nomina (marzo 2015). Molti i compiti assegnati all’organo parlamentare: dal riscontrare eventuali violazioni dei diritti fondamentali nei CDA, CIE o CARA, passando per una valutazione delle componenti amministrative (con annesse indagini), fino ad uno studio sulla sostenibilità economica del sistema.
Tuttavia, come si legge nella stessa relazione, i dati a disposizione della commissione riguardo sbarchi, accoglienza e trattenimento, richieste di protezione e rimpatri risultano essere decisamente incompleti; quest’ultima propone quindi la «creazione di una unica e condivisa banca dati» così da permettere ad ogni istituzione di aggiornare e rendere pubbliche, quando possibile, le informazioni sull’operato del sistema d’accoglienza nazionale.
Per quel che riguarda l’identificazione dei migranti, per esempio, la relazione evidenzia le note difficoltà dovute alla volontà degli immigrati di non farsi identificare in Italia per evitare di dover richiedere protezione obbligatoriamente sul territorio nazionale, come stabilito dagli accordi di Dublino, e il loro tentativo di raggiungere altri paesi dell’Unione dove sono presenti parenti o comunità di connazionali più numerose. In merito a tale problematica la Commissione analizza e descrive il modello degli hotspot presenti nel sud Italia, riportando le pratiche di foto segnalazione, identità anagrafica e dattiloscopica e annesse criticità.
In seguito l’attenzione della Commissione si sofferma dapprima sul sistema d’accoglienza in generale e sui procedimenti amministrativi e giurisdizionali, in seguito, invece, riporta alcune informazioni sui CIE e sul sistema dei rimpatri. In questa sezione, oltre ai quadri normativi di riferimento sono riportati anche i sopralluoghi effettuati nei CIE di Roma e Bari, oltre che una breve descrizione del sistema dei rimpatri.
Un’altra parte molto dettagliata riguarda la profilassi e l’assistenza sanitaria: qui il testo ricorda il diritto all’assistenza sanitaria sancito dalla normativa vigente e riporta ben nove sopralluoghi effettuati in vari centri d’Italia. Tra tutti spiccano il Centro Baobab di Roma, «punto di riferimento e di accoglienza per stranieri c.d. “transitanti», dove la delegazione ha incontrato e intervistato il responsabile dell’INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie e della povertà) e il coordinatore del SA.MI.FO. (Centro salute per i migranti forzati), il CARA di Mineo e i CPSA di Pozzallo e Lampedusa.
Infine, l’ultima parte tratta le principali inchieste giudiziarie che riguardano fatti avvenuti all’interno del sistema di accoglienza. Le prime di cui si occupa la Commissione sono anche quelle che hanno avuto più risonanza mediatica: lo scandalo Mafia Capitale e l’inchiesta relativa al CARA di Mineo. Inoltre, sono riportate altre due inchieste meno conosciute: quella sul CAS di Francia park e quella sul CARA di Aprigliano.
Questa prima relazione, dai toni decisamente tecnici, vuole essere il primo passo al fine di ottenere la proroga dei lavori e si spera, come accennato in apertura, una maggior chiarezza e trasparenza dei dati riguardo al sistema di accoglienza italiano, al fine di poter trattare questo “scottante” tema partendo da basi solide e ufficiali.
Qui il link per scaricare l’intera relazione
Ancora nessun commento, aggiungi il tuo qui sotto!