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Afghanistan: l’Europa rifiuta di aprire le porte

L’Ue non vuole prendere impegni concreti per accogliere persone dall’Afghanistan e rifiuta di aprire le sue porte. Questo è ciò che è emerso dal Consiglio Affari Interni dell’UE dedicato alla crisi in Afghanistan tenutosi qualche giorno fa. Per l’ennesima volta si perde l’occasione di scegliere la via della solidarietà nei confronti di chi scappa da guerra e persecuzione.

“Gli incentivi per la migrazione illegale dovrebbero essere evitati”, si legge in una dichiarazione adottata al termine di una riunione straordinaria dei ministri degli interni. Si fa riferimento ovviamente alla cosiddetta crisi dei rifugiati nel 2015-2016 quando milioni di migranti sono arrivati nell’Ue e hanno chiesto asilo per la prima volta. E quindi l’UE appare ben decisa a non ripetere ciò che nel passato recente ha permesso a milioni di persone in fuga (soprattutto dalla Siria) di avere salva la vita e prevede per l’Afghanistan un piano di non-accoglienza con aiuti e protezione nei Paesi limitrofi, campagne mirate contro i trafficanti e reinsediamenti (ma solo a titolo volontario sic).

Oggi, in una nota alla stampa, P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ha sottolineato: “In un tragico gioco degli specchi cui siamo costretti ad assistere da anni, l’Europa si continua a definire in pericolo, sotto attacco e in situazione di perenne emergenza, ritenendo di dover proteggere se stessa da uomini e donne disperati in fuga da guerre e crisi umanitarie“. Gli esiti deludenti del meeting europeo rimbombano ancora di più essendo a ridosso delle celebrazione del Manifesto di Ventotene; occasione in cui Mattarella aveva dichiarato “In questi giorni una cosa appare sconcertante e si registra nelle dichiarazioni di politici un po’ qua e là in Europa. Esprimono grande solidarietà agli afghani che perdono libertà e diritti, ma ‘che restino lì’, ‘non vengano qui perché non li accoglieremmo”.

Sono comunque moltissime le realtà che si stanno impegnando per imprimere un cambiamento di rotta e il Centro Astalli è in prima linea rispetto alla crisi afghana e si sta facendo sentire da giorni in modo consistente: il JRS Europe e altre organizzazioni europee che si occupano di migrazione insieme ad alcune organizzazioni della diaspora afghana in Europa hanno scritto un documento condiviso in cui hanno dichiarato che “è fondamentale che gli sfollati afghani in arrivo in Europa abbiano accesso rapido a una procedura di asilo equa, in linea con gli obblighi degli Stati europei ai sensi del diritto dell’UE e del diritto internazionale”.

 

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