Si sono aperti il 15 settembre i termini per aderire alla nuova sanatoria per regolarizzare i lavoratori immigrati presenti nel nostro Paese: persone che lavorano, che hanno una certa stabilità, ma non in regola con il permesso di soggiorno. Tra di loro potrebbero esserci anche molti richiedenti asilo che, se rientrano nei parametri previsti dal decreto legislativo, potrebbero scegliere di ottenere un documento di soggiorno valido attraverso questa strada. L’iniziativa del governo prende le mosse dall’esigenza di fare emergere sacche di lavoro nero permettendo così ai datori di lavoro di regolarizzare i lavoratori “in nero” senza sanzioni penali o amministrative. Alcuni osservatori però, ritengono che il decreto sia anche stato dettato da una necessità di “fare cassa” da parte dello Stato. Se infatti è vero che non sono previste sanzioni, non mancano degli oneri da pagare per accedere a questa regolarizzazione.
Prima di tutto è previsto un “contributo forfettario” di 1000 euro e poi un pagamento di una somma pari ad almeno sei mesi di versamenti fiscali e contributivi per regolarizzare il pregresso. Si tratta di alcune migliaia di euro che rischiano però di finire a carico dei lavoratori stessi come spesso è accaduto per le precedenti sanatorie. Non è un caso che da più parti, dal mondo sindacale come dalla Caritas ambrosiana, emergono dubbi e perplessità per una procedura ritenuta troppo costosa e quindi poco efficace. Bisogna d’altra parte evidenziare che per colf e badanti, soprattutto se si prendono cura di persone con disabilità, i criteri sono meno pesanti.
Ma quanti sono i potenziali immigrati che potrebbero presentare domanda? Come sempre in questi casi le stime sono difficili proprio per le caratteristiche particolari del decreto, anche se uno studio della Fondazione Leone Moressa di Mestre ipotizza in 380.000 i potenziali lavoratori che potrebbero emergere da questa sanatoria. Bisogna ricordare che non solo le somme da pagare possono costituire un ostacolo: chi presenta domanda deve anche produrre un qualche documento proveniente da un ente pubblico che dimostri la sua presenza in Italia da prima del 31 dicembre 2011. In ogni caso associazioni, patronati, cooperative sociali sono già al lavoro e hanno attivato sportelli informativi e di guida alla compilazione della domanda che deve essere presentata entro il 15 ottobre 2012.
Per quanto riguarda il web: lo speciale sanatoria su http://www.migrantitorino.it/ e la scheda della Caritas italiana su http://www.caritaslivorno.it/doc/opuscoli/2012_regolarizzazione_lavoro.pdf
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