L’esperienza di Asylos, la rete europea di ricercatori volontari che supporta operatori, ONG e avvocati nell’assistenza ai richiedenti asilo. E lo sviluppo di un nuovo strumento online per raccogliere e mettere a disposizione, in tutta Europa, le ricerche effettuate nei Paesi d’origine.
Nella preparazione del richiedente asilo al colloquio in Commissione territoriale è di fondamentale importanza la ricostruzione della storia della persona, del contesto del Paese d’origine e delle cause di persecuzione, oppressione, discriminazione e pericolo che l’hanno costretta a fuggire e a chiedere protezione all’estero. Non sempre però la situazione è semplice da ricostruire, a causa della scarsità delle fonti, delle ricerche in lingua locale e della rapidità con cui un contesto può mutare.
Le risposte a domande del tipo: “Come sono trattati in Nepal i membri del Rastriya Prajatantra Party?” o “Qual è la situazione per i ruandesi di origine tutsi in Camerun?“, possono realmente cambiare la decisione di una Commissione territoriale in merito alla concessione o negazione dell’asilo o di una diversa forma di protezione.
Spesso queste ricostruzioni vengono effettuate da operatori dell’accoglienza, da ONG, da volontari di associazioni o da avvocati che seguono i ricorsi contro dinieghi. Si tratta però, spesso, di ricerche lacunose e non condivise con colleghi di altre realtà.
Il progetto Asylos è nato per rispondere proprio all’esigenza di costruire un patrimonio comune fruibile online in tutta Europa da operatori e specialisti del settore per supportare le richieste d’asilo.
Per giungere a quest’obiettivo, il progetto si è prefissato alcune tappe: tra maggio e luglio 2016 è stata effettuata una ricerca in cinque Paesi europei (Belgio, Francia, Grecia, Germania e Regno Unito) per comprendere come avvocati e ONG accedono alla documentazione e alle informazioni loro necessarie alle ricostruzioni delle storie e dei contesti; nella fase successiva del progetto, a partire da giugno, l’obiettivo è stato quello di pensare a uno o più strumenti facilitatori per un metodo di accesso a queste informazioni più efficiente e di migliore qualità, in collaborazione con l’HPI School of Design Thinking dell’Università di Potsdam; l’ultima fase infine prevede lo sviluppo e la creazione di questi strumenti.
Nata nel 2010 in Belgio da un’esperienza di supporto in appello a un richiedente asilo curdo fuggito dall’Iran e inizialmente diniegato, la rete di Asylos è oggi composta da oltre 80 ricercatori volontari, provenienti da tutta Europa.
Oltre allo sviluppo di uno strumento innovativo, i ricercatori, suddivisi in team regionali, effettuano gratuitamente ricerche su particolari situazioni proposte da operatori o avvocati, con l’obiettivo di supportarli nelle pratiche d’asilo che stanno seguendo.
Unica richiesta della rete, quella di ricevere un feedback sull’utilizzo di questi materiali e sulla loro efficacia. Dal 2010 i ricercatori hanno effettuato più di 250 ricerche. È possibile chiedere il loro aiuto direttamente sul sito, alla sezione Resources for lawyers.
Il progetto è supportato dal Sigrid Rausing Trust, da Open Society Foundations e dal Danish Refugee Council e nel 2012 è stato premiato dall’ateneo Sciences Po di Parigi con il Prize for Civic Engagement.
1 commento
Sono molto interessata a questo tipo di ricerca ed alle sue finalita’. Le notizie sui paesi di provenienza sono spesso laconiche, lacunose e non aggiornate.