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Il manifesto del film

Black Star. Nati sotto una stella nera – di Francesco Castellani – Commedia – Italia 2012

In un trascurato campo di calcio della periferia di Roma si allena una squadra di calcio un po’ particolare composta da rifugiati politici e guidata da tre ragazzi italiani.

Tutto procede tranquillo fra riscaldamenti, rigori e calci d’angolo fino a quando alcuni abitanti del quartiere decidono di formare un comitato con l’intenzione di liberare la loro ‘terra’ dallo straniero e riappropriarsi di uno spazio regolarmente affidato dal comune al progetto di integrazione che ha dato vita alla squadra.

I rifugiati, partendo dall’estremo abbandono che offrono le istituzione romane ai titolari di protezione, si erano fisicamente rifugiati nel campetto di calcio, in un luogo in cui riuscivano a non pensare alla loro condizione, in cui si sentivano di far parte di un progetto.  E così in seguito all’ordinanza di sgombero, ottenuta con mezzi non proprio ortodossi, il campetto di calcio diventa una sorta di Terra Promessa da difendere con le unghie e con i denti, perfino con l’occupazione a oltranza. Sotto gli occhi delle forze dell’ordine inizia così una guerra tra poveri intrapresa, da una parte, da uomini provati dalla disoccupazione e dal degrado sociale, e dall’altra da ragazzi che hanno perso le loro radici, le loro famiglie e non si rassegnano a dover perdere la libertà di giocare.

Il film racconta una vicenda che solo in parte è inventata, infatti la sceneggiatura è stata ideata e costruita a partire da un progetto vero (i Liberi Nantes Football Club esistono veramente e giocano fuori classifica nel campionato di Terza Categoria) portato avanti con grande fatica e impegno dai suoi promotori.

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