Sarà lanciata ufficialmente nelle prossime settimane la campagna nazionale “Io Accolgo – Prima le persone”, promossa per difendere “in prima persona” l’accoglienza «contro la logica discriminatoria e punitiva della legge 132/18, la cosiddetta “Immigrazione e sicurezza”». Ma già da oggi a Parma il CIAC Onlus, fra i promotori, chiede ai cittadini «di farsi avanti». In città sono già circa 50 i migranti tagliati fuori da accoglienza e assistenza. Ed è un numero «che continuerà a crescere, via via che scadranno i permessi umanitari e che verranno applicate le nuove norme».
Accogliere gli “esclusi” dai servizi di accoglienza istituzionale. Offrire tutela legale gratuita e sostegno all’accesso ai servizi sanitari e sociali, all’orientamento lavorativo e formativo ai richiedenti asilo. Contrastare e denunciare ogni forma di razzismo e discriminazione. E al centro di tutto la testimonianza personale, con l’obbligo-impegno a far sentire la propria voce, esprimendo pubblicamente il proprio dissenso nei confronti del clima di diffidenza e anche di odio contro migranti e rifugiati che serpeggia nel nostro Paese.
Sono gli obiettivi di “Io Accolgo – Prima le persone”, la campagna che una rete di realtà sta preparando su scala nazionale «per fermare lo smantellamento del diritto d’asilo. L’obiettivo è difendere l’accoglienza come delineata dall’articolo 10 della Costituzione, contro la logica discriminatoria e punitiva della legge 132/18, la cosiddetta “Immigrazione e sicurezza”».
“Io Accolgo – Prima le persone” sarà lanciata ufficialmente nelle prossime settimane.
Ma già da questi giorni una realtà impegnata in prima fila nel settore, il CIAC Onlus di Parma, fra i promotori della campagna, «chiede ai singoli cittadini di farsi avanti: le nostre porte sono aperte a chiunque voglia fare volontariato, ci voglia sostenere con un contributo economico o abbia delle idee concrete da realizzare. L’obiettivo deve essere fare rete e non disperdere il grande patrimonio etico e materiale rappresentato dalla buona accoglienza che è stata realizzata in tanti anni di lavoro».
Nella città emiliana, ha denunciato il CIAC, sono già una cinquantina i migranti tagliati fuori da accoglienza e assistenza e che rischiano di scivolare nei gironi dello sfruttamento o, peggio, della criminalità. «Si tratta di numeri che continueranno a crescere, via via che scadranno i permessi umanitari e che verranno applicate le nuove norme».
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