Riccardo Gatti, Marco Aime, Conversazioni in alto mare, Elèuthera, Milano, 2021
Conversazioni in alto mare è un testo breve e intenso pubblicato dalla casa editrice Elèuthera. Un testo a due voci che racconta il mar Mediterraneo dal punto di vista dei migranti, delle ong e dei diritti umani (nonché del diritto internazionale del mare). Un testo che racconta come, in un lasso di tempo assai breve, si sia passati dal considerare gli uomini e le donne che prestavano soccorso in mare degli angeli (gli angeli del mare) al considerarli trafficanti di essere umani.
Conversazioni in alto mare pone in dialogo Marco Gatti, già comandante della Open Arms, con Marco Aime, antropologo e scrittore, da anni impegnato a raccontare le migrazioni (per comprendere lo sguardo di Aime è necessario leggere L’isola del non arrivo. Voci da Lampedusa edito da Bollati Boringhieri). ” pubblicato Così, in queste conversazioni condotte sul “campo”, ovvero in navigazione nel Mediterraneo centrale, un “capitano anarchico” e un antropologo che si occupa di migrazioni provano ad analizzare la complessità dei salvataggi in mare e le loro implicazioni, umane ma non solo, così come il clima culturale e la narrazione che intorno a esse si è venuta a creare.”
Il tema al centro del libro è bruciante perché rivela le implicazioni dell’Italia e dell’UE nel creare quel mare oscuro che inghiotte vite e che criminalizza chi cerca di rispettare le convenzioni internazionali. La realtà raccontata da Marco Gatti è evidente per chi vive il mare in prima persona ma resta oscura per chi usa solo i mezzi della retorica per informarsi. Le retoriche prevalenti, sono infatti sguaiate da un lato e semplicistiche dall’altro e tengono il pubblico (i benestanti figli dell’UE) molto lontano dal rendersi conto che si sta compiendo un massacro.
Le riflessioni preziosissime che si trovano in Conversazioni in alto mare “ci fanno entrare nel vivo di uno dei fenomeni più significativi dell’ultimo ventennio. Un fenomeno che è lontano dall’essere concluso e che sta mettendo in gioco i nostri valori più intimi”.
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