Il 4 marzo 2015 il sito dell’Agenzia Habeshia per la Cooperazione e lo Sviluppo (A.H.C.S.) ha pubblicato un triste articolo di denuncia sulla situazione che stanno vivendo coloro che fuggono dal Corno d’Africa e dai paesi sub-sahariani e che finiscono nelle mani dei trafficanti in Sudan e in Libia.
L’articolo è a firma di Emilio Drudi e descrive, in maniera (atrocemente) semplice ed esaustiva, la situazione odierna delle rotte di fuga, degli spazi di reclusione e delle dinamiche di sfruttamento nell’Africa sub-sahariana. In realtà la sostanza dei fatti non è cambiata negli ultimi anni per cui ci troviamo sempre di fronte a persone in fuga che sono costrette a sopportare violenze e soprusi per riuscire a fuggire e raggiungere una terra d’asilo.
Ciò che accadeva in Sinai fino a poco tempo fa oggi accade in Sudan (bande organizzate di trafficanti di esseri umani che sequestrano e riducono in schiavitù i migranti e che procedono a loro rilascio solo dietro lauti compensi) e ciò che già accadeva in Libia prima del 2011 sta continuando a ripetersi, forse in maniera più cruenta, di certo in maniera più caotica ancora oggi.
L’Agenzia stampa Habeshia, diretta da Padre Moses Zerai, è un punto di riferimento imprescindibile per comprendere la situazione dei profughi che transitano in Libia; è praticamente rimasta l’ultimo avamposto italiano nel paese dopo la dipartita dei nostri concittadini avvenuta qualche settimana fa.
Link:
http://habeshia.blogspot.it/2015/03/sudan-e-libia-profughi-regalati-predoni.html
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