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Doppi dinieghi, la lettera delle aziende: “Non sprechiamo il loro (e nostro) impegno”

Tirocini formativi, contratti di lavoro e doppi dinieghi: gli imprenditori interessati possono ancora sottoscrivere la lettera che 100 aziende del Torinese hanno indirizzato al Prefetto e alle autorità della Città e della Regione. A livello nazionale i dinieghi nel 2016 hanno raggiunto il 60% di tutte le domande d’asilo esaminate. Mentre l’Italia continua a essere priva di statistiche affidabili sul fenomeno dei ricorsi.

«Negli ultimi mesi molte delle aziende scriventi hanno dovuto interrompere il rapporto di tirocinio o di lavoro instaurato con il richiedente asilo a causa del rifiuto da parte delle autorità del rilascio del permesso di soggiorno…».

Doveva succedere ed è successo: in collaborazione con la rete SenzaAsilo un centinaio di aziende attive fra Torino e cintura nei settori più vari (ristorazione, metalmeccanica, artigianato, edilizia, alberghiero ecc.) ma con un’esperienza in comune, quella di aver accolto con la formula del “tirocinio formativo” dei richiedenti asilo ospitati nei progetti di accoglienza del Torinese, hanno inviato una lettera al Prefetto di Torino e alle autorità della Regione e della Città sul fenomeno dei dinieghi e doppi dinieghi che stanno gettando nell’irregolarità numerosi richiedenti che si sono già inseriti nel tessuto socio-lavorativo italiano.

«Le esperienze sono state varie e con persone con caratteristiche molto diverse tra di loro – si legge nel documento -, ma possiamo dire che solo in rarissimi casi sono state un fallimento per inadeguatezza delle persone inserite. Per lo più ci siamo trovati ad aver a che fare con persone motivate, corrette e desiderose di apprendere un mestiere e di costruirsi una vita nel paese che li sta ospitando».

Gli imprenditori chiedono così di trovare soluzioni «che permettano di non gettare all’aria questi percorsi, perché riteniamo che questa situazione sia un doppio danno: per le aziende, che hanno investito nella crescita e nella formazione di un nuovo lavoratore e per il richiedente asilo, che dopo tanta fatica per inserirsi nel mondo del lavoro in Italia a un passo dal “successo” vede vanificati tutti i suoi sforzi».

Gli imprenditori che lo desiderano possono ancora aderire alla lettera inviando ragione sociale dell’azienda, indirizzo e  nome e cognome del titolare, insieme al documento in allegato (vedi sotto) alla mail: senzaasilo@gmail.com

Nei prossimi giorni la rete SenzaAsilo incontrerà il Prefetto di Torino Renato Saccone.

Ricorsi: (ancora) in attesa di “numeri veri”

Su scala nazionale i dati pressoché definitivi del ministero dell’Interno sugli esiti delle domande di protezione nel 2016 certificano che i dinieghi nelle Commissioni territoriali hanno raggiunto il 60% di tutte le domande esaminate, contro il 58% del 2015.

Invece l’Italia continua a non essere in grado di produrre statistiche affidabili sul contenzioso giudiziario (cioè i ricorsi nei vari gradi di giudizio), nonostante le dimensioni che questo fenomeno ha ormai raggiunto.

Lo ha ammesso nelle scorse settimane il presidente della Commissione nazionale asilo Angelo Trovato: «Sui ricorsi giurisdizionali i dati che abbiamo al momento sono scarsamente attendibili» (audizione alla Camera del 31 gennaio 2017). Secondo il prefetto Trovato, bisognerà attendere ancora qualche mese le «evolutive al sistema informatico» che dovrebbero produrre «numeri veri in tempo reale».

Allegato

La lettera delle aziende (1° marzo 2017)

Collegamenti

Doppi dinieghi: aggiornamenti e storie (su Senzaasilo.org)

Video: storie & testimonianze (Alanews gennaio 2017)

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