I dinieghi alle domande di protezione hanno superato il 62% di quelle esaminate, aggravando il carico dei ricorsi alla giustizia ordinaria. E oggi gli ulteriori ricorsi in Appello ai numerosissimi “dinieghi” emessi per sentenza in Tribunale espongono sempre più richiedenti asilo a una prassi che li priva del diritto all’accoglienza e del permesso di soggiorno con un inutile accanimento. In associazioni, cooperative e movimenti cresce così la convinzione che sia il momento di chiedere, e adottare in fretta, un più ampio ricorso allo strumento della protezione per motivi umanitari. Sul tema, il 16 dicembre si terrà a Torino un incontro pubblico.
Fra gennaio e ottobre 2016 le Commissioni territoriali italiane hanno esaminato 75.960 richiedenti asilo: 4.067 gli status di rifugiato concessi, 9.356 le protezioni sussidiarie, 15.001 le protezioni umanitarie. E 47.456 i dinieghi, oltre il 62% di tutte le domande esaminate: due su tre (per raggiungere il totale di 75.960 decisioni occorre aggiungere 80 «altri esiti» residuali): sotto questo indicatore il 2016 si profila già come un anno da “record”, un record poco invidiabile.
In tutto il 2015 i dinieghi erano stati “solo” il 58% dei 71.117 richiedenti esaminati nell’anno, nel 2014 appena il 39% degli esaminati, nel 2013 il 29%, nel 2012 il 21%.
Nei dati del Viminale (vedi sotto nella tabella in allegato) per ritrovare un dato paragonabile a ciò che è avvenuto nell’ultimo biennio bisogna risalire al 2011, l’anno della cosiddetta “emergenza Nordafrica” e di un’Italia più impreparata che mai, quando avevano ricevuto un diniego 53 richiedenti asilo su 100.
Ma intanto, l’accrescersi delle domande esaminate e l’impennata dei dinieghi nelle Commissioni e Sezioni territoriali hanno aggravato il carico dei ricorsi alla giustizia ordinaria, cioè il “contenzioso giudiziario”.
10 dinieghi, sei ricorsi
Nei soli primi cinque mesi del 2016, periodo in cui si sono registrati quasi 26 mila dinieghi, i ricorsi depositati nei Tribunali (e quindi nel solo primo grado) sono stati 15 mila, cioè il 58% dei dinieghi emessi del periodo.
Il ministero della Giustizia non è in grado di fornire dati complessivi sugli esiti finali del contenzioso giudiziario, che teoricamente può arrivare fino in Cassazione.
Però, per quanto riguarda il periodo gennaio-maggio 2016 in primo grado, il ministro Guardasigilli Andrea Orlando nei mesi scorsi ha riferito in audizione al Comitato parlamentare Schengen che i casi arrivati a sentenza sono stati 985, con «una bassissima percentuale di accoglimenti».
Appello senza permesso
È il fenomeno dei “doppi dinieghi” (in Commissione territoriale e in Tribunale), che ha iniziato a creare problemi anche nelle accoglienze SPRAR. Almeno in questi progetti (diversa e ancora meno garantista è la situazione nei CAS) il richiedente asilo “diniegato” in Tribunale che fa ricorso in Appello ha diritto a rimanere in accoglienza solo se il giudice decide di “sospendere” la decisione di rigetto della domanda di protezione.
Però gli operatori di varie zone d’Italia si sono accorti che negli ultimi mesi queste decisioni sospensive si sono fatte sempre meno frequenti. Mentre ci sono Questure che hanno iniziato a convocare i ricorrenti rimasti senza sospensiva e, secondo alcune testimonianze, a stracciar loro davanti, letteralmente, il permesso di soggiorno.
È una prassi legale ma sa di inutile accanimento e, di sicuro, non fa che produrre nuovi “irregolari” sul territorio nazionale.
“Permessi umanitari urgono”
In associazioni, cooperative e movimenti, in queste settimane, cresce così la convinzione che sia il momento di chiedere, e adottare in fretta, un più ampio ricorso allo strumento della protezione per motivi umanitari. Tanto più se, come pare, molti dei “doppi diniegati” hanno intrapreso un buon percorso di inserimento, o, magari, sono già in borsa lavoro, con buone possibilità di assunzione.
La questione era già stata sollevata nello scorso giugno dalla Fondazione Migrantes: «Rimane necessario aprire la possibilità di un permesso di soggiorno umanitario anche per i numerosi “diniegati” (stimati nei prossimi mesi in 40 mila), per evitare la situazione di irregolarità di molti, soprattutto al Sud, che genererebbe sfruttamento, non tutela della dignità della persona e insicurezza. Ripartire dalla legalità è fondamentale».
SenzaAsilo, appuntamento a Torino il 16 dicembre“SenzaAsilo”, una rete di operatori, enti e cittadini impegnati nei progetti di accompagnamento sociale dei rifugiati e che ogni giorno si confrontano con il continuo aumento dei respingimenti delle richieste di asilo da parte delle Commissioni territoriali, organizza un incontro pubblico su questo tema a Torino venerdì 16 dicembre, alle 15.00, presso il Sermig, in piazza Borgo Dora 61. Clicca qui per la locandina dell’iniziativa. Info: senzaasilo@gmail.com |
Allegato
Richieste d’asilo: gli esiti nelle Commissioni territoriali (2011-ottobre 2016, file .xls)
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