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Emergenza Nord-Africa a Napoli/1 – Gli hotel

Piazza Garibaldi - Napoli

Yasmine Accardo è una delle volontarie dell’associazione Garibaldi 101, nata a Napoli 10 anni e costuitasi formalamente un anno e mezzo fa, in conseguenza dell’arrivo nella città partenopea dei profughi libici. In un’intervista ci racconta quello che è successo nell’anno dell’Emergenza Nordafrica nella sua città.

Partiamo dal nome della vostra associazione: Garibaldi 101. E’ facile intuire che ci sia una storia dietro alla sua scelta.

Garibaldi 101 è un “indirizzo”: il luogo in cui si concentra il maggior numero di migranti a Napoli, dove tutto accade (spaccio, reclutamento della camorra, prostituzione, commercio, scambi di informazione). “Lavorare a Piazza Garibaldi” equivale a vivere dentro un incrocio da cui passano tutte le strade… e tutti i viaggiatori. E’ il luogo in cui le persone che fanno parte dell’attuale associazione si sono incontrate, dove 10 anni fa hanno avuto inizio i corsi d’italiano per migranti e lo sportello legale di assistenza a persone in difficoltà.

Chi sono le persone che danno vita all’associazione e quali sono le vostre attività? 

Siamo tutti volontari. Negli ultimi 4 anni sempre gli stessi, sempre presenti! Tutti noi lavoriamo in mondi anche molto diversi per sopravvivere, ma molta parte del nostro tempo lo dedichiamo all’attività di insegnamento, all’assistenza (legale, burocratica, sanitaria) e alla denuncia sociale. Fra noi ci sono esperti avvocati ed assistenti sociali di lunga esperienza. Il cuore del nostro lavoro è stato e resterà sempre il corso d’italiano, che ci ha permesso di conoscere le realtà delle persone e quindi di attivare azioni il più rapidamente possibile. Proprio attraverso i corsi siamo venuti in contatto con i profughi dalla Libia, inseriti nel cosiddetto pacchetto “Emergenza Nord-Africa”. Souleymane e Kone giravano per piazza Garibaldi in cerca di un corso d’italiano, a giugno 2011… a luglio abbiamo ripreso “in via speciale” i corsi, erano persone arrivate a Napoli da un mese e in classe erano in 400.

Ecco appunto “Emergenza nord-Africa”: Napoli, nel piano di ridistribuzione nazionale operato dalla Protezione Civile, riceve centinaia di persone dalla Libia che vengono distribuiti fra gli hotel molti dei quali attorno a Piazza Garibaldi.

Gli hotel scelti per l’emergenza risultano spesso già inseriti in indagini per attività illecite (a piazza Garibaldi, a Melito, a San Giuseppe Vesuviano) e alcuni di questi stessi hotel appartengono in qualche modo al mondo camorristico. I ragazzi non hanno trovato nessun tipo di assistenza, ma un “a tu-per-tu” con il personale delle strutture, assolutamente non formato per gestire la situazione dei profughi provenienti dalla Libia. Gli albergatori si sono improvvisati in tutto: assistenza sanitaria, linguistica, perfino legale. Gli hotel, inoltre, sono collocati nelle zone “peggiori” di Napoli, dove è più facile il contatto con la piccola delinquenza e con la camorra. Qui i ragazzi hanno incontrato, anche tramite gli stessi albergatori, caporali, spacciatori e hanno cominciato a lavorare per gli albergatori occupandosi di rinnovo locali, di servizi esterni, alcuni sono entrati nel giro dello spaccio. Noi siamo stati testimoni diretti di tutto questo, vedendo i ragazzi lavorare e il caporale venire a prenderli. Una volta, a Boscotrecase, in un’occasione in cui alcuni di noi sono andati per parlare agli ospiti provenienti dalla Libia, abbiamo assistito a quella che ci è parsa una vera e propria intimidazione  visto che ci siamo trovati di fronte uomini delle esercito e la polizia. Come associazione Garibaldi 101, dopo aver organizzato i corsi d’italiano (grazie ai volontari e alle stanze fornite dalla CGIL) abbiamo cominciato a monitorare gli hotel, parlando con i ragazzi e con il personale, raccogliendo informazioni di ogni genere (a Napoli e dintorni, a Caserta, a Benevento fino ad arrivare nella provincia di Salerno). Abbiamo testimoniato tutto tramite video con la collaborazione di alcuni giornalisti (Luca Romano e Mario Leombruno). A ottobre 2011 abbiamo deciso di fare un esposto alla Procura della Repubblica di Napoli contro la Protezione civile. Ora sono cominciate le indagini per appurare quali siano le responsabilità.

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