A giugno si terrà nei giorni 8 e 9 la quarta conferenza di Escapes con il titolo “Ripensare le migrazioni forzate. Teorie, prassi, linguaggi e rappresentazioni”. La città sede della conferenza sarà quest’anno Parma. Sono aperte le call for panels: la scadenza è il 30 gennaio.
La call for panels di Escapes, il laboratorio di studi critici sulle migrazioni forzate, propone quest’anno di porre al centro della riflessione le persone che hanno vissuto direttamente e personalmente i processi sociali indicati nel titolo della conferenza: migranti, rifugiati, operatori, gruppi attivi della società civili. Dal sito di Escapes entriamo maggiormente nel merito del focus: “Quali percorsi, dentro e fuori gli apparati istituzionali, hanno intrapreso i migranti arrivati in questi anni in Europa? Quali sono le radici e le rotte di queste migrazioni forzate su vasta scala? Quali pratiche sociali e quali arene d’azione caratterizzano l’esperienza del chiedere asilo in questo momento storico? Quali attori sociali, in quali ruoli e con quali ricadute, hanno sostenuto o si sono opposti alla mobilità verso e in Europa? Quali sono le sperimentazioni più rilevanti in termini di accoglienza, e quali progetti territoriali hanno promosso forme di tutela non emergenziali, spesso correggendo l’impostazione delle politiche nazionali ed europee?”
Le proposte dovranno essere inviate non oltre il 30 gennaio 2017 e dovranno avere una lunghezza massima di 600, contenente una breve descrizione dei contenuti che si intendono affrontare all’interno del panel e una descrizione della modalità di conduzione del panel (presentazione di paper scientifici, discussione di casi, confronto tra operatori e ricercatori, workshop, ecc.).
La conferenza è organizzata dal Centro di Ricerca Coordinato “Escapes. Laboratorio di studi critici sulle migrazioni forzate”, istituito presso l’Università degli Studi di Milano – Dip. di Scienze Sociali e Politiche, Dip. di Beni Culturali e Ambientali e Dip. di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali, in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma.
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