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Gambia. Questo piccolo Stato dell’Africa occidentale che si affaccia per un breve tratto di costa sull’oceano Atlantico costituisce una sorta di “enclave” stretta e allungata nello spazio geografico del Senegal.

Con capitale Banjul, si è reso indipendente dal Regno Unito nel 1965 e ha goduto, a differenza di altri Paesi vicini, di lunghi periodi di stabilità. Questa stabilità però non si è tradotta in prosperità: oggi il Gambia è tra gli ultimi Paesi del mondo per gli indicatori di sviluppo umano delle Nazioni Unite (172ª posizione su 187 paesi).

Tipo di governo e situazione politica

L’attuale presidente della Repubblica del Gambia Adama Barrow è salito ufficialmente al potere il 19 gennaio 2017. Presa del potere quanto mai complicata a causa della decisione del suo precedessore, Yahya Jammeh, di non riconoscere i risultati delle elezioni tenutesi il 1 dicembre 2016. Solo grazie all’intervento della Cédéao (Comunità economica degli stati dell’Africa Occidentale) la situazione si è risolta, con la fuga di Jammeh in Guinea Equatoriale.

Jammeh  è salito al potere con un colpo di Stato militare nel 1994 e, due anni dopo, la sua carica è stata confermata da una consultazione elettorale di dubbia trasparenza. Nel 2013 ha annunciato il ritiro del Gambia dal Commonwealth, bollandolo come un’istituzione “neo-coloniale” (secondo alcuni osservatori, è una risposta alle critiche provenienti dall’estero sul rispetto dei diritti umani nel Paese).

Il Gambia governato da Jammeh è stato un Paese dove i diritti umani sono stati fortemente limitati. Amnesty, la più autorevole ONG impegnata sui diritti umani a livello globale, ha denunciato, nei 21 anni di governo di Jammeh, la sparizione di decine di amici e parenti dei presunti golpisti (anche donne, anziani e minori); l’arresto e la detenzione arbitraria di giornalisti e attivisti per i diritti umani («pratica comune in Gambia»); la diffusione di pratiche di tortura nelle prigioni; il ritorno alla pena capitale dopo la moratoria annunciata nel 2012; e infine un giro di vite sulla criminalizzazione dell’orientamento sessuale.

Ora il Paese si trova nelle possibilità di cominciare una nuova era. I gambiani hanno fatto la loro parte combattendo nelle urne contro un uomo da tutti considerato un dittatore.

In fuga verso l’Europa

Situazione politica e povertà hanno provocato in Gambia un’impennata del fenomeno migratorio. Secondo dati di Frontex, l’agenzia per il controllo delle frontiere dell’Unione Europea, il piccolo Paese africano è arrivato a coprire il sesto posto fra i Paesi d’origine dei migranti e dei rifugiati che nel 2014 hanno attraversato in modo “irregolare” i confini dell’Unione.

E per quanto riguarda l’Italia, i gambiani rappresentano una delle prime nazionalità fra i migranti e richiedenti asilo arrivati via mare sulle nostre coste nel 2015, arrivando ad essere addirittura la seconda nazionalità fra i richiedenti asilo nel nostro Paese.

Popolazione: 1.850.000 abitanti (fonte UNDP)
Superficie: 11.295 km² (Fonte UNData)
Aspettativa di vita alla nascita: 59 anni (fonte UNDP)
Rifugiati all’estero: 8.491 alla fine del 2015 (fonte UNHCR,
Global Trends 2015)

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