La richiesta è contenuta, insieme ad altri sei richiami di attenzione e di sensibilità, in un comunicato del Coordinamento Migrantes delle due regioni presentato oggi a Torino in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
«Resta fondamentale che queste iniziative e la Giornata Mondiale stessa aiutino a riflettere sulla presenza e sulla realtà complessa degli immigrati che ci troviamo a gestire in questi mesi in particolare. Voglio aggiungere che far leva sull’allarmismo e sull’invasione, come già è avvenuto in passato, non aiuta ad affrontare seriamente il problema, ma suscita solo paura e timore che, collegato anche al Coronavirus, suscita ancora di più rifiuti e scelte drastiche che nulla hanno a che vedere con l’accoglienza delle persone, ma ne fanno dei capri espiatori di ben altre situazioni che nulla o poco hanno a che fare con i migranti».
Lo ha detto oggi mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, alla conferenza stampa che nella città della Mole ha presentato la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2020, quest’anno celebrata in Piemonte il 27 settembre e accompagnata da un calendario di iniziative.
Durante l’incontro mons. Marco Prastaro, vescovo di Asti e incaricato regionale Migrantes della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta, ha illustrato un comunicato del Coordinamento Migrantes delle due regioni (17 Diocesi in tutto), dal titolo “…Mi avete ospitato”. La Migrantes regionale per un modello di società più giusto e inclusivo per tutti.
Sette richiami per una Giornata
«La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato – si legge in questa nota – è per noi l’occasione per evidenziare ancora una volta quanto sia necessario continuare a fare perché i migranti, forzati e non, siano riconosciuti come portatori di doni e talenti oltre che di diritti e dignità. Noi credenti non possiamo che partire dalle parole di Gesù nel Vangelo di Matteo: “…Ero forestiero e mi avete ospitato”».
Su queste basi, seguono sette punti per altrettanti richiami di attenzione e di sensibilità: per gli sfollati nel mondo, per gli «invisibili e precari», per una «nuova politica sociale e del lavoro», per il superamento del binomio «permesso di soggiorno-lavoro», per il «superamento dei decreti sicurezza», per la cittadinanza «almeno a chi è nato o è arrivato giovane in Italia, vi risiede stabilmente e ha completato un ciclo di studi nel nostro Paese» e, infine, perché il mondo della politica riconosca «i limiti alla base del declino demografico e della crisi sociale ed economica che da troppi anni stiamo vivendo».
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