Settembre significa ritorno a scuola in molti paesi del mondo. È il mese della ripartenza e della inclusione scolastica che dovrebbe essere garantita a livello globale. Cosa succede ai bambini e ai ragazzi che vivono nei campi profughi greci? Riescono ad accedere a una scuola che li accolga e li prepari per il futuro? Save the children in un comunicato ci spiega cosa accade o meglio non accade in Grecia.
“La Grecia sta a tutti gli effetti escludendo dal sistema scolastico i bambini rifugiati e richiedenti asilo e sta negando loro il diritto all’istruzione.” Queste lapidarie parole aprono il comunicato stampa che Save the children ha diramato il 15 settembre attraverso i suoi canali di comunicazione. Sul territorio greco sono migliaia i bambini in età scolare che vivono in maniera stabile e continuativa nei campi profughi. A tal riguardo la Grecia ha ottenuto fondi specifici per attuare programmi di istruzione e rafforzare la rete delle scuole ma nonostante alcuni sforzi già compiuti si è ben lontani da una realtà alla portata di tutti i bambini e ragazzi.
Secondo un nuovo rapporto di Save the Children e GCR, meno del 15% dei bambini che vivono nei campi profughi frequenta la scuola, mentre nei Centri di Accoglienza e Identificazione (RIC) il tasso di frequenza scende allo 0,3%, con solo 7 bambini su 2.900 che accedono alle lezioni. Entrando nello specifico dei numeri si scopre che il numero totale di bambini in età scolare residenti nei campi profughi risulta essere 10.431, di cui solo 1.483 frequentano la scuola. Numeri allarmanti che diventano urgenza vera e propria nel caso dei minori afghani e iracheni che risultano essere quelli con il livello di istruzione più basso e più di un terzo di loro non ha mai frequentato la scuola.
“La Grecia ha un problema cronico con l’educazione dei bambini rifugiati. Anche prima del Covid-19, meno di un terzo dei bambini rifugiati e migranti era effettivamente iscritto e frequentava la scuola. L’attuale governo greco non tiene nemmeno un conteggio, quindi la gravità di questa crisi rimane nascosta e non prioritaria” ha dichiarato Daniel Gorevan, Senior Advocacy Advisor di Save the Children.
Save the children con il comunicato chiede al governo greco di non restare con le mani in mano, dando istruzioni chiare a tutti gli attori coinvolti e all’Unione Europea di monitorare la tempestiva iscrizione dei bambini rifugiati, migranti e richiedenti asilo nel sistema educativo greco.
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