Dovrebbero essere “semplicemente” dei centri di prima accoglienza dopo lo sbarco, ma rischiano di creare (stanno già creando), rifugiati di “serie A” e rifugiati di “serie B”: la denuncia della Fondazione Migrantes sugli hotspot. Mentre si continua a stabilire la maggiore età dei minori non accompagnati con gli inaffidabili raggi X.
Dovrebbero essere “semplicemente” dei centri di prima accoglienza dopo lo sbarco, dove con la polizia italiana lavorano anche funzionari dell’agenzia Frontex e dell’Easo. Ma in realtà il nuovo sistema degli hotspot rischia di creare «rifugiati di “serie A”, ricollocabili in 26 paesi dell’Unione Europea, mentre in Italia e in Grecia rimarrebbero quelli di “serie B” non ricollocabili, che sono anche le nazionalità con un tasso di riconoscimento più basso. Di conseguenza, aumenterebbe il numero di coloro che rimarrebbero in Italia senza un documento di soggiorno…».
La denuncia è in un duro comunicato appena diffuso della Fondazione Migrantes, che non si ferma a questa constatazione. «In secondo luogo – afferma infatti la Fondazione della CEI per le migrazioni – in questo processo non sembra si abbia alcuna considerazione per le relazioni e i familiari dei potenziali richiedenti asilo ricollocati in altri Paesi europei. In altre parole, gli hotspot diventerebbero il luogo di sommarie pre-commissioni territoriali. In questo modo si minerebbe il diritto d’asilo, per non parlare delle forti perplessità sulla legalità dei respingimenti che avverrebbero al loro interno».
Fuori dal centro, in ciabatte e con un foglio di via
Migrantes vede confermate le proprie perplessità sugli hotspot dalle testimonianze raccolte da propri operatori, nei giorni scorsi, in una visita a Siracusa. «Oltre a Lampedusa, un hotspot è già in funzione anche a Pozzallo. Il sindaco di Pozzallo ha dichiarato che ci sono state negli ultimi giorni persone uscite dal centro con fogli di via entro sette giorni, persone appena sbarcate che sono state fatte uscire in ciabatte e senza cambi di abito, dopo 30 ore di permanenza all’interno dell’hotspot».
Ci si chiede così «come sia possibile che in un colloquio di pochi minuti si possa decidere: 1) chi sia un richiedente asilo che abbia diritto al ricollocamento; 2) chi sia un potenziale richiedente asilo per l’Italia e a chi dare un foglio di via entro sette giorni, considerato che ovviamente le persone che lo ottengono non hanno risorse economiche e sono appena scampate alla traversata». Del resto, «come è immaginabile che alcune persone entro sette giorni possano da sole tornare da dove sono scappate?».
Minori ai raggi X
Migrantes esprime anche preoccupazione rispetto alla pratica «inaffidabile» di stabilire la maggiore età dei minori stranieri non accompagnati (Msna) tramite i raggi X del polso. «Sempre a Siracusa l’associazione “Accoglierete” ha condiviso con la Fondazione Migrantes la preoccupazione sul fatto che, sempre più spesso, chi si dichiara Msna e viene sistemato nei centri di prima accoglienza per minori, prima di avere un tutore, a gruppi, viene accompagnato in ospedale per essere sottoposto all’esame dei raggi X e dichiarato maggiorenne».
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