Dopo quelle della Fondazione Migrantes, la denuncia e le preoccupazioni sul “metodo hotspot” delle associazioni del Tavolo Nazionale Asilo, che chiedono un incontro urgente con il ministro dell’Interno Alfano.
Il “trattenimento” iniziale dei migranti, le dubbie garanzie personali durante il foto-segnalamento. Ma anche le mancate informazioni ai migranti appena sbarcati sulla possibilità di chiedere asilo. La limitazione dell’accesso alle procedure di asilo solo in base a certe nazionalità, senza una reale istruttoria personale. L’immediata consegna di un decreto di respingimento. E adesso, addirittura il rifiuto di alcune Questure di esaminare le domande di asilo delle persone che si sono ritrovate in mano questo decreto di respingimento…
È il modus operandi che sempre più associazioni, in particolare sulla base di segnalazioni giunte da Pozzallo e Catania, hanno riscontrato nel “metodo hotspot” adottato da appena un mese nei centri di prima accoglienza e soccorso per i migranti in Sicilia.
Dopo la Fondazione Migrantes, questa volta a muoversi è il Tavolo Nazionale Asilo, le cui associazioni hanno chiesto un incontro urgente con il ministro dell’Interno Alfano in una lettera aperta.
«In meno di un mese abbiamo assistito allo stravolgimento delle norme giuridiche e delle prassi consolidate con cui venivano accolti i migranti soccorsi in mare», affermano le associazioni.
Siamo di fronte, infatti, a procedure contrarie alla normativa interna e internazionale. «Risulta che tali procedure amministrative verrebbero applicate in maniera assai diffusa nei punti di approdo e primo soccorso senza alcuna giustificazione normativa, violando i diritti fondamentali delle persone coinvolte. In questo modo i migranti respinti e non inseriti nel circuito dell’accoglienza vengono lasciati alla gestione degli enti locali, aggravandone la situazione ed alimentando sentimenti xenofobi da parte delle popolazioni residenti».
Queste le associazioni firmatarie della lettera aperta: Acli, Amnesty International Italy, Arci, Asgi, Caritas, Casa Dei Diritti Sociali-FOCUS, Centro Astalli, Comunità di Sant’Egidio, Consiglio Italiano per i Rifugiati-CIR, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia-FCEI e Save The Children.
Allegato
Il testo della denuncia e della richiesta di incontro (file .pdf)
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