Nel “Corvo” di Kader Abdolah (Iperborea 2013, pp. 128, euro 9,50), da un variopinto centro di accoglienza un rifugiato emerge come commerciante di caffé, e, caparbiamente, come scrittore nella lingua «impossibile» del Paese che lo ha accolto.
Vuoi vedere le luci di New York? Scuci 10 mila dollari e ti ci portano in una settimana. Londra? 9 mila tutto incluso e sei laggiù in tre giorni. Parigi? 8 mila, stesso tempo di viaggio. Per Berlino fanno 7 mila dollari, per Stoccolma 5 mila, per Oslo 4 mila, per Copenaghen 3 mila. Ma in fondo al listino prezzi, «per chi non aveva che duemila dollari non restava che l’Olanda. Nessuno voleva andare in Olanda. Come destinazione suonava sospetta, te la consigliavano tutti. “Non farlo… La lingua è impossibile e il paese microscopico. Ci piove tutti i giorni e c’è sempre vento, lascia perdere”…».
Ma a Refid Foaq, fuggito a Istanbul dall’Iran khomeinista e alter ego dell’autore, rimangono giusto 2.750 verdoni, non ha scelta. Rischia di soffocare con altri migranti tra i pallet di un Tir e una notte si ritrova scaricato tra polder, fattorie e tulipani. «Dovevo avere l’aria confusa. Alzai le braccia: “Asilo!”».
Da un variopinto centro di accoglienza e dal disagio dell’esule in terra di pace («In questo polder era tutto angosciantemente tranquillo. Nessuno mi minacciava») Refid emergerà con mite disincanto come sensale di caffé, e, caparbiamente, scrittore proprio nella lingua impossibile del Paese che lo ha accolto.
Mentre sul suo esilio, come una benigna presenza numinosa, continua a manifestarsi il nero animale del titolo, perché «nei racconti della tradizione persiana c’è sempre un corvo che vola nel cielo».
Curiosa, e significativa, la genesi di questo breve romanzo. Nel 2011 è stato commissionato ad Abdolah come boekenweekgeschenk, cioé il “libricino” che i librai olandesi offrono in omaggio, durante la Settimana del libro nederlandese, ai lettori che acquistano volumi per almeno 12 euro e mezzo.
La tradizione del prestigioso boekenweekgeschenk risale al 1930. E nel 2011 l’Olanda lo ha chiesto a un rifugiato, appunto Abdolah.
Kader Abdolah, nato in Iran nel 1954, perseguitato dal regime dello scià Reza Pahlavi e poi da quello di Khomeini, rifugiato politico nei Paesi Bassi dal 1988, è diventato uno dei più importanti scrittori olandesi. Ha conquistato il pubblico internazionale con quello che probabilmente è il suo romanzo più bello, lo struggente Scrittura cuneiforme, capace di trasfigurare la storia di una famiglia e di un Paese.
La casa della moschea è stato votato dai lettori olandesi come la seconda migliore opera mai scritta nella loro lingua. Mentre Il viaggio delle bottiglie vuote è dedicato a un altro alter ego di Abdolah, il rifugiato Bolfazl. Tutti i suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Iperborea.
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