Il 26 settembre 2021 si festeggerà la Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato. Si tratta di una celebrazione ormai centenaria che quest’anno pone al centro un ‘noi’ che riguarda tutti e desidera essere un invito a una riflessione aperta e solidale.
Per comprendere il messaggio alla base della Giornata del 26 settembre è necessario riprendere le parole dal Santo Padre; parole attente e precise, preparate in occasione di questa ricorrenza “siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità. Per questo colgo l’occasione di questa Giornata per lanciare un duplice appello a camminare insieme verso a un noi sempre più grande, rivolgendomi anzitutto ai fedeli cattolici e poi a tutti gli uomini e le donne del mondo”.
Il ‘noi sempre più grande’ invita chiaramente a uno sforzo: si deve smettere di pensare in un’ottica personalistica che ci vede contrapposti gli uni agli altri, un io contro un tu, un noi contro un loro. Superando questo confine si può cominciare a vedere. Vedere chi arriva non come un ‘loro’ da combattere, condannare, temere e allontanare ma come un ‘noi’, come un pezzo della nostra stessa umanità, schiacciata da un destino avverso. È molto semplice includere nella sfera del “loro” le persone migranti e i rifugiati che bussano disperatamente alla nostra porta cercando una vita migliore (o che troppo spesso muoiono annegati in mare). È molto difficile allargare lo sguardo e includere in quella umanità noi stessi, persone sulla stessa barca, abitanti della stessa Terra.
La 107a Giornata Mondiale si svolgerà in molti luoghi d’Italia e del Mondo. Il calendario delle iniziative è fitto e varia da diocesi a diocesi. Al centro delle iniziative le parole di Bergoglio e l’idea che è responsabilità comune quella di prenderci cura l’uno dell’altro in nome della nostra umanità.
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