Isqat al Nizam – Ai confini del regime – di Antonio Martino – Documentario – Italia 2012 – 74′
Al 30° Torino Film Festival è stato presentato nella sezione Documenti (sottosezione del TFFDoc) il lavoro, duro e toccante, di Antonio Martino, sull’inizio della cosiddetta Primavera siriana: Isqat al Nizam. Il documentario racconta attraverso la combinazione di immagini registrate da centinaia di cellulari e interviste video di alcuni profughi siriani rifugiati in Turchia i primi mesi di scontri fra la popolazione civile siriana e l’esercito regolare di Asaad.
Attraverso questo documentario si entra nell’orrore della guerra civile siriana, fra i suoi morti, fra la gente che fugge, fra la gente che resta che si chiede perché si debba sopportare tanto dolore a causa di un uomo che tutti considerano un dittatore. La scelta di riprodurre i filmati registrati dai telefonini è molto forte; lo spettatore è seduto di fronte alla spettacolarizzazione della morte (resa prodotto cinematografico) e non vi è nessun filtro a cui ci si può appellare per credere che non sia vero, che si tratta della solita finzione filmica. Schiene e teste pestate da calci, canne di armi e bastoni, ragazzi non ancora ventenni uccisi negli scontri in piazza, stesi in fila nelle corti delle case, onorati come martiri e pianti come figli, scene di manifestazioni pacifiche contro il governo finite con massacri.
I filmati raccolti e montati nel documentario Isqat al Nizam sono le preziose testimonianze di chi voleva raccontare al mondo ciò che la Siria stava (e sta) vivendo. Il governo di Damasco ha sempre negato l’accesso ai giornalisti stranieri – concedendo soltanto interviste concordate, visite guidate e dando la caccia a chi provava a passare il confine – per cui i ribelli hanno svolto il lavoro di filmare, raccontare, caricare i video su YouTube, ma anche affidarli a corrieri per farli arrivare oltre frontiera.
Prodotto da Pulsemedia e presentato da Raitre, Isqat Al Nizam è un lavoro necessario e, come lo definisce il suo stesso autore, “un racconto oggettivo, crudo e toccante, che vuole fare chiarezza sulla nascita della primavera siriana”, non a caso l’ultima parte del documentario è dedicata al doloroso passaggio da rivoluzione pacifica a guerra civile, con la nascita ufficiale dell’Esercito Siriano Libero, formato dai disertori di Assad, rifugiatisi in Turchia.
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