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Archivio Day: Dicembre 5, 2012

Vol spécial

Vol spécial – di Fernand Melgar – Documentario – Svizzera 2011 – 100′ Ogni anno, in Svizzera, migliaia di persone vengono detenute (senza processo o verdetto) in centri di espulsione per il solo fatto di risiedere nel Paese illegalmente. Fernand Melgar, regista pluripremiato di origine spagnola, racconta nel suo documentario Vol spécial la fine delle peripezie dei migranti che hanno tentato di rifarsi una vita in Svizzera. Oggetto e soggetto del suo lavoro il centro di detenzione Frambois di Ginevra (uno dei 28 centri di espulsioni elvetici) che ospita persone a cui è stato negato l’asilo politico e i migranti illegali. Alcuni dei detenuti vivono in Svizzera da anni, hanno una famiglia, lavorano (e quindi versano i contributi previdenziali), mandano i figli a scuola, pagano un regolare affitto; tutto questo fino a quando le autorità cantonali in materia di immigrazione avviano la procedura per la reclusione e la conseguente espulsione. Da questo momento in poi prende avvio una procedura burocratica efficiente e implacabile che li costringe ad andarsene. Il titolo parla di questa costrizione perché tutti coloro che vivono a Frambois prima o poi sono costretti a imbarcarsi su un volo speciale, destinazione il Paese di origine. Il periodo nel centro varia a seconda della situazione ma può arrivare fino a diciotto mesi. Diciotto mesi di privazione della libertà passati a stretto contatto con uomini e donne disperati, stanchi, sfiduciati e attanagliati da paure per una vita interrotta nel presente e incerta per il futuro.  Al loro fianco vi è

I don’t speak very good, I dance better

di Silvia Ponzio I don’t speak very good, I dance better di Maged El Mahedy – Documentario – Egitto/Italia 2012 – 80’ Maged El Mahdi, già vincitore della settima edizione del Premio giornalistico internazionale “Gino Votano” per il miglior documentario 2009, si presenta alla 30a edizione del Torino Film Festival con un documentario degno della sua fama tanto da ricevere il Premio della Giuria di Italiana.Doc. Girato tra Roma e Il Cairo, il documentario inizia nel febbraio 2010. È un anno particolare per Maged: è la prima volta dopo decine di anni che nevica a Roma da quando è arrivato in Italia; è l’anno in cui riesce ad assistere allo spettacolo teatrale e musicale del suo idolo, il ballerino Mahmoud Reda (a cui si deve il titolo); è l’anno in cui riceve la telefonata di sua sorella che lo implora di tornare in Egitto perché loro fratello è malato e necessita di un trapianto di fegato ed è proprio qui che la vicenda familiare del regista si intreccia con le vicende di Piazza Tahir e con la scoperta dell’epidemia di epatite C che sta mettendo in ginocchio l’Egitto. Nel 2011, proprio mentre scoppia la rivoluzione, Maged si trova a Il Cairo, in un appartamento che si affaccia sulla piazza. Con una telecamera modesta inizia a registrare e a documentare tutto ciò vive e, senza cadere in uno stile documentario banale, lo spettatore è catapultato negli eventi. La telecamera di Maged si trasforma nei nostri occhi e iniziamo a osservare tutto ciò
I protagonisti: Mahmoud e Reem

Baad El Mawkeaa – After the Battle

Lui è un allevatore di cavalli che abita in un villaggio vicino alle piramidi e ha partecipato alla cosiddetta “battaglia dei cammelli”, l’attacco dei manifestanti in piazza Tahir da parte di uomini a cavallo sostenitori di Mubarak; lei è una donna in carriera, borghese, divorziata, militante della democrazia e dei diritti delle donne. Non si tratta del semplice incontro fra due persone ma fra i rappresentanti di due mondi diversi: l’idealismo e la realtà. Mahmoud è fortemente ancorato alla sua quotidianità, alla sua famiglia e non ha il lusso di poter agire secondo alti ideali. Deve piuttosto pensare a sfamare il suo cavallo e i suoi figli. Le proteste in piazza Tahir hanno causato la diminuzione del turismo alle piramidi, l’unica sua fonte di guadagno, e, non appena gli vengono fatte delle promesse, mai mantenute, di una vita migliore, accetta di scendere in piazza per difendere Mubarak . Ma viene ripreso dai cellulari e il suo volto diffuso tramite Youtube, per questo viene emarginato nel suo stesso paese e villaggio. Reem è mossa da grandi ideali di democrazia e uguaglianza sociale e con la sua presenza influenzerà notevolmente la vita di Mahmoud e della sua famiglia. Nel film è raccontato l’incontro/scontro fra due universi che sembrano inconciliabili, ma che finiranno per avvicinarsi notevolmente. Non si riusce a prendere una posizione netta perché le contraddizioni della rivoluzione e la realtà che deve vivere, o meglio sopportare, il popolo egiziano sono evidenti. L’unica pecca che si può rimproverare al regista egiziano Yousry Nasrallah

Isqat al Nizam Ai confini del regime

Isqat al Nizam – Ai confini del regime – di Antonio Martino – Documentario – Italia 2012 – 74′ Al 30° Torino Film Festival è stato presentato nella sezione Documenti (sottosezione del TFFDoc) il lavoro, duro e toccante, di Antonio Martino, sull’inizio della cosiddetta Primavera siriana: Isqat al Nizam. Il documentario racconta attraverso la combinazione di immagini registrate da centinaia di cellulari e interviste video di alcuni profughi siriani rifugiati in Turchia i primi mesi di scontri fra la popolazione civile siriana e l’esercito regolare di Asaad. Attraverso questo documentario si entra nell’orrore della guerra civile siriana, fra i suoi morti, fra la gente che fugge, fra la gente che resta che si chiede perché si debba sopportare tanto dolore a causa di un uomo che tutti considerano un dittatore. La scelta di riprodurre i filmati registrati dai telefonini è molto forte; lo spettatore è seduto di fronte alla spettacolarizzazione della morte (resa prodotto cinematografico) e non vi è nessun filtro a cui ci si può appellare per credere che non sia vero, che si tratta della solita finzione filmica. Schiene e teste pestate da calci, canne di armi e bastoni, ragazzi non ancora ventenni uccisi negli scontri in piazza, stesi in fila nelle corti delle case, onorati come martiri e pianti come figli, scene di manifestazioni pacifiche contro il governo finite con massacri.   I filmati raccolti e montati nel documentario Isqat al Nizam sono le preziose testimonianze di chi voleva raccontare al mondo ciò che la Siria stava

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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