Skip to content

Archivio Tag: Valle di Susa

Via alpina del Nordovest: già due vittime alle soglie del nuovo inverno di montagna

Probabilmente queste due persone erano partite da Claviere, sul colle del Monginevro, per attraversare a piedi le Alpi e raggiungere la Francia o i Paesi del Nord Europa nella speranza di un futuro migliore. Sono state entrambe ritrovate sul versante di Briançon. MEDU: «Nonostante lo sforzo di numerose associazioni e volontari che presidiano la frontiera, la militarizzazione messa illegittimamente in atto dalla Francia dal 2015 ad oggi – nonostante la sospensione di Schengen sia prevista per motivi di sicurezza per un massimo di sei mesi rinnovabili fino a due anni – continua a mietere vittime nel silenzio assordante e assuefatto dei media e dei governi». Da maggio ad agosto sono 5.295 i migranti in viaggio registrati al rifugio Fraternità Massi nella cittadina frontaliera di Oulx; fra loro, 1.096 sono minori e 668 donne.

Via alpina verso la Francia: sempre più in alto per sfuggire ai droni

In una delle ultime notti gli ospiti del Rifugio Massi di Oulx sono stati 230, in un edificio che ha solo 70 posti letto. Oltre, verso il Monginevro e la Francia, attende i migranti in transito una frontiera sempre più militarizzata: cercheranno di aggirarla su sentieri sempre più impervi. Mentre a Briançon, ai piedi del versante francese, si è interrotta anche la provvisoria accoglienza in un campo di tende.  

Briançon: chiusura provvisoria per le Terrasses, accoglienza sotto le tende

«Con 315 persone censite il 28 agosto in un edificio omologato per 81 posti e progettato per 65 posti letto, non era più possibile operare in condizioni di sicurezza e dignità di fronte al crescente arrivo di rifugiati che attraversano le montagne dall’italia» sulla “via del Nordovest”. Nella cittadina francese l’accoglienza d’urgenza si svolge ora sotto le tende montate su un terreno messo a disposizione dalla parrocchia. La Commissone pastorale per i migranti della Diocesi di Gap-Embrun: «Dalle autorità non è arrivata altra risposta che quella dell’annuncio di controlli rafforzati alle frontiere, o il richiamo ad articoli di legge che promettono sanzioni a chiunque faciliti gli ingressi clandestini, omettendone altri che richiamano l’obbligo di soccorrere chiunque si trovi in pericolo».  

Via alpina del Nordovest, a Briançon accolti in una sola notte quasi 300 migranti

È un picco finora mai raggiunto a partire dal 2015. Anche in Francia è una calda estate, ma le associazioni Refuges solidaires e Terrasses solidaires, attive ai piedi del Monginevro nell’assenza di risposte statali, ricordano che anche nella bella stagione «in montagna i rifugiati rimangono persone vulnerabili. Spossati dai percorsi a piedi hanno bisogno di un tetto, di ascolto, di qualcuno che si faccia carico dei loro problemi di salute». Dieci giorni fa l’ultima vittima sui percorsi in alta quota per aggirare una frontiera militarizzata. Intanto è sotto pressione pure l’accoglienza italiana sulla via alpina del Nordovest: in Valsusa, in una notte di fine luglio sono state soccorse 180 persone. Da Oulx la denuncia di MEDU: «Diverse persone visitate dal nostro team dichiarano di non essere riuscite a ricevere assistenza medica e legale una volta sbarcate in Italia».

Alla frontiera delle Alpi: quei viaggi di sei anni che cambiano persone e famiglie

  Due indagini sul campo, nuovi dati e riflessioni sulla “rotta” dell’alta valle di Susa. «In viaggi che durano anni le persone migranti, le reti parentali e amicali subiscono profondi cambiamenti, sia come strategie per sfuggire ai controlli dei confini, sia come sostegno reciproco»: dal coraggio delle donne sole al protagonismo di bambini e ragazzi.

Via della valle di Susa 2022: verso la Francia anche gli “esclusi” dell’Ucraina

Ma secondo un nuovo rapporto di MEDU, il flusso di migranti che passano dal rifugio Fraternità Massi di Oulx continua a essere composto soprattutto da persone giunte dalla rotta balcanica. Solo fra gennaio e aprile di quest’anno i migranti e richiedenti asilo respinti dal confine francese in alta valle sono stati più di mille.  

Non si può morire sulla frontiera francese: un appello anche per la società civile

Dopo che tre migranti in un mese hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il confine tra Italia e Francia, 12 organizzazioni italiane e di altri Paesi europei hanno lanciato un appello alla società civile e alle autorità francesi, italiane e locali per testimoniare la necessità di un cambio di rotta. Alla società civile l’invito a «contrastare le attuali politiche di controllo delle frontiere, nonché le modifiche previste dalla “Strategia Schengen” (o dal Codice frontiere Schengen) che siano potenzialmente lesive dei diritti fondamentali dei cittadini stranieri».  

Valle di Susa e versante francese delle Alpi, altri due morti in poche settimane

Due nuove vittime dimenticate, a gennaio, fra i migranti che tentano la via delle Alpi fra la valle di Susa e la Francia: un giovane marocchino di 31 anni e un ragazzo afghano di appena 15, travolto da un treno fra Salbertrand e Oulx. Secondo Medici per i diritti umani, la militarizzazione dei controlli sul versante francese e la collaborazione franco-italiana hanno avuto il risultato «di sponsorizzare l’attività dei trafficanti, che in questi mesi sono pericolosamente ricomparsi o, addirittura, hanno occupato la scena». Intanto all’inizio del mese un terzo migrante ha perso la vita vicino a Ventimiglia, folgorato su un treno.

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

Pubblicazioni