Valigia blu è un blog collettivo dove si possono leggere, trovare e recuperare storie segnalate liberamente da tutti coloro che amano la condivisione. I temi affrontati sono molti, fra questi fa capolino l’immigrazione.
Lo scopo degli autori di questo blog è di abitare dal di dentro un giornalismo in trasformazione, fatto di condivisione, rimandi e segnalazioni nonché da storie raccontate in prima persona da chi ha vissuto la storia stessa.
Nel manifesto di Valigia blu, scritto da Giovanna Zucconi, si legge: “Dicono: la politica ormai è comunicazione. Appunto! È attraverso la comunicazione che vogliamo fare politica. Cambiamo il linguaggio, creiamone uno più limpido e più creativo, maneggiamo con cautela quella cosa fragile e preziosa che sono le parole. […] Le parole definiscono chi le usa. Noi siamo le parole che usiamo. Siamo anche, purtroppo, le parole che ascoltiamo: gli insulti, le bugie, le inesattezze, le manipolazioni, e quella presunta schiettezza popolana che è, forse, il più adulterato dei linguaggi. […] Nulla è più rivoluzionario, oggi, che rispettare le parole. “Grazie, prego”. C’è più energia, più originalità, più efficacia, nello smontare con altri toni, gentili, la coazione aspra che oggi domina. E annoia. E opprime. Riprendiamocele, le parole, maneggiamole con cautela, brandiamole con il rispetto che meritano. Che meritiamo”. (Fonte: http://www.valigiablu.it/siamo-le-parole-che-usiamo-la-rivoluzione-comincia-da-qui/)
Un blog che lavora sulla parola, che mette al centro la parola e soprattutto l’uomo che la pronuncia e la sente. Così per l’emergenza climatica, per il caso di Giulio Regeni e per l’immigrazione, tema abusato in molti contesti, in primis quello mediatico.
Qui di seguito i link delle sezioni che si occupano di queste storie e dell’informazione (e disinformazione) che vi ruota attorno. Il tentativo è di essere più consapevoli e attivi: nel sito infatti vi anche è la possibilità di segnalare direttamente una storia di solidarietà e di accoglienza. Fatevi avanti!
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2 commenti
“vivere nel mondo di oggi ed essere contro l’uguaglianza per motivi di razza o colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve” William Fawlkner .Ma se devo parlare in particolare dell’immigrazione,trovo difficile il fatto che esista gente che ci vada contro. Che se potesse cercherebbe di impedirla. Che lascerebbe persone,non nere non bianche,ma persone,con la possibilità e paure di poter morire da un momento all’altro. Persone come amici,cugini,fratelli,che non vivono,ma si limitano ad esistere, che potremmo essere noi. Che odiano e disprezzano che ha il coraggio di lasciare la propria casa,la propria gente,le proprie tradizioni,per un futuro incerto. Che sa che dovrà soffrire. E che non parte per smettere di lottare, perchè lo dovrà fare forse per tutta la vita,ma che parte con la speranza di poter vivere almeno un giorno senza guerra. Trovo difficile il fatto che ci sia gente che usa la scusa di “ognuno a casa propria”, perchè confini sono soltanto strisce sulla cartina geografica,che siamo tutti sulla stessa terra, circondati dallo stesso mare, sotto lo stesso cielo. Che tutto è di tutti e nulla è di nessuno. Che nei nostri paesi possano entrare turisti,calciatori,ma gente che scappa dalla guerra NO. Io non la reputo una cosa giusta solo a livello morale,ma anche economico. Gli immigrati sono solo impegnati in modo sbagliato. Perchè al posto di non fare nulla tutto il giorno, possono fare lavori che nessuno fa,in modo”GRATUITO”(pulire le strade,aiutare la costruzione di edifici incompleti da anni…)come possono anche creare lavoro. Anche se dipende dalla disponibilità di denaro,considerando che spesso chi scappa viene considerato”animale” per la mancata educazione scolastica che non sia avuto possibilità di avere,e che ci sono persone con titoli di studio,con difficoltà a trovare lavoro,si potrebbe risolvere due problemi al contempo. C’è solo pigrizia nel fare le cose,ma con un minimo di impegno,possiamo darci una mano a vicenda,perchè in fondo,siamo tutti cittadini dello stesso mondo.
Io sono Lorena e questo è il commento del Liceo delle Scienze Umane Vittorino da Feltre Taranto classe 1C s.u