“The Refugee Project”, una mappa delle migrazioni globali e “ESODI”: tre strumenti interattivi per meglio comprendere le migrazioni e in particolare le migrazioni forzate attraverso dati e narrazione.
The Refugee Project, una mappa temporale e narrativa delle migrazioni forzate dal 1975
Con l’enorme mole di dati a nostra disposizione provenienti da fonti diverse, non sempre è facile orientarsi ed avere un quadro delle migrazioni forzate. “The Refugee Project” è una mappa “temporale” e “narrativa” che ha l’obiettivo di ricostruire il fenomeno dal 1975 attraverso la rappresentazione visuale animata dei dati ufficiali di UNHCR e UN Population Data e, grazie all’ausilio di contenuti storico-politici, di illustrare brevemente le cause dei vari flussi.
L’intreccio di dati e storia permette quindi di costruire una “narrativa dell migrazioni forzate”: trattando esplicitamente i rifugiati infatti, non vengono considerate le persone entrate in altri Paesi in modo irregolare, i migranti classificati formalmente come “economici” e gli sfollati interni. The Refugee Project rimane perciò una mappatura parziale, da integrare con altre fonti e altre “narrative” a loro volta parziali nella loro specificità.
Il progetto è stato realizzato da Hyperakt, un’agenzia di design ad impatto sociale di New York, insieme ad Ekene Ijeoma, designer e artista.
Le migrazioni mondiali dal 2010 al 2015 in una sola mappa
Una seconda narrativa, più onnicomprensiva a livello mondiale e utile per poter effettuare un confronto, è quella costruita dalla mappa interattiva di Metrocosm, realizzata dall’imprenditore newyorkese Max Galka e anch’essa basata su dati della UN Population Division. La mappa mostra i flussi migratori globali tra il 2010 e il 2015 (non solamente di rifugiati quindi), è espandibile ed esplorabile per poter analizzare i flussi da e verso un determinato Paese o tra due o più specifici Stati.
Esodi/Exodi di MEDU. Rotte migratorie dai paesi Sub-Sahariani verso l’Europa
Una terza narrazione si aggiunge al quadro e permette di comprendere meglio le migrazioni forzate, senza l’utilizzo delle fonti ONU: ESODI/EXODI, una mappa delle rotte migratorie da alcuni Paesi Sub-Sahariani verso l’Europa. La mappa è stata creata da Medici per i Diritti Umani (MEDU) ed è basata sulle testimonianze di mille persone provenienti da Eritrea, Gambia, Nigeria, Senegal, Mali, Costa d’Avorio, Etiopia, Sudan ed altri Paesi, raccolte tra il 2014 e il 2016.
Il valore aggiunto di questo progetto è sicuramente la ricostruzione dei percorsi attraverso le storie di vita raccontate direttamente a operatori e volontari di MEDU in Sicilia (nei CAS di Ragusa e nel CARA di Mineo), a Roma nei luoghi informali di accoglienza e presso il centro Psychè per la riabilitazione delle vittime di tortura, a Ventimiglia e in Egitto (ad Aswan e al Cairo). Alcuni di questi racconti possono essere letti nella sezione “Focus & Testimonianze” a lato della mappa e completano, danno vita alle informazioni di contesto, ai dati e alle statistiche corredati.
ESODI/EXODI fa parte del progetto più ampio “ON TO: Stopping the torture of refugees from Sub-Saharan countries along the migratory route to Northern Africa” (“Stop alla tortura dei rifugiati lungo le rotte migratorie dai paesi sub-sahariani verso il Nord Africa“), co-finanziato dall’Unione Europea, da Open Society Foundations e da Oxfam Italia. Questo progetto, implementato in Italia da MEDU e in Israele, dalle ONG partner “Hotline for Refugees and Migrants” e “Physicians for Human Rights – Israel”, ha l’obiettivo ultimo di “favorire l’individuazione e la presa in carico psicologica e psichiatrica dei migranti forzati vittime di tortura e di svolgere un’azione di testimonianza a livello nazionale ed europeo sui temi della tortura e dei trattamenti inumani e degradanti lungo le rotte migratorie dall’Africa sub-sahariana all’Italia“.
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