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Melilla e San Antonio: la mappa della (nostra) disumanità

Negli ultimi giorni si sono consumate due tragedie che ripropongono il tema della disumanità dell’Occidente, asserragliato ogni giorno di più entro confini segnati da muri e filo spinato. Dal Marocco agli Stati Uniti decine di morti legate al tentativo di entrare in Occidente e sperare in una vita migliore.

A Melilla (enclave spagnola in terra marocchina) si contano da venerdì scorso trentasette i morti e centinaia di feriti (soprattutto tra i migranti, ma anche tra gli agenti). La strage, solo l’ultima – tra quelle che in più di vent’anni hanno generato oltre 4000 morti tra i migranti siriani, palestinesi e oggi soprattutto subsahariani – è avvenuta quando circa 2.000 persone hanno iniziato ad avvicinarsi alla frontiera spagnola-marocchina: di queste, 1.500 sono arrivate sino al punto di contatto tra i due Paesi, e più o meno un terzo di loro ha tentato di sfondare un cancello. La risposta è stata una feroce repressione da parte della polizia marocchina, appoggiata dalla Spagna, che da anni viene denunciata dai gruppi umanitari per l’uso “sistematico” della forza sui migranti che si spingono fino al nord del Marocco per tentare di entrare in Europa.

A San Antonio, in Texas, sono stati ritrovati invece nella giornata di ieri i cadaveri di 46 persone all’interno di un camion abbandonato lungo una strada periferica della città. All’interno del mezzo le forze di polizia hanno trovato altre 16 persone, tra cui quattro bambini di nazionalità guatemalteca, che sono state soccorse prive di senso e trasportate in ospedale. Sia le vittime che i superstiti sono migranti entrati illegalmente negli Stati Uniti, proprio a bordo del camion. A causa delle altissime temperature raggiunte e dalla totale assenza di acqua nel mezzo, 46 persone non sono riuscite a sopravvivere.

Non si tratta delle prime tragedie di questo genere e purtroppo non saranno le ultime visto l’atteggiamento assunto dall’Occidente, più preoccupato a spendere risorse e denaro per esternalizzare il diritto di asilo e per contenere con la forza i movimenti delle persone in fuga. Papa Francesco con un tweet ha contribuito a porre l’attenzione sul noi e su ciò che non facciamo per fermare questa quotidiana disumanità: “Ho appreso con dolore le notizie delle tragedie dei migranti in Texas e Melilla. Preghiamo insieme per questi nostri fratelli morti mentre inseguivano la speranza di una vita migliore; e per noi, perché il Signore ci apra il cuore e queste disgrazie non accadano più“.

 

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