Migrantas, un collettivo internazionale con sede a Berlino, lavora attraverso i pittogrammi per sensibilizzare le società alle problematiche connesse alla migrazione, ai temi dell’identità e al dialogo interculturale. Abbiamo intervistato una delle protagoniste del collettivo Francesca La Vigna.
Migrantas è una realtà multiforme: progetto, collettivo, modo di vivere gli spazi urbani, laboratorio… come è nato e come vi raccontate oggi dopo tanti anni di attività?
Migrantas nasce dal bisogno di esprimere una condizione personale. L´artista Marula Di Como comincia a sviluppare pittogrammi come parte del suo linguaggio artistico già nel 2000 e nell’ambito di vari progetti per conto del Goethe Institut a Buenos Aires collabora con la grafica Florencia Young. Le due argentine, entrambi di origini italiane, si rincontrano di nuovo a Berlino due anni dopo. L’invito a prender parte al gemellaggio Berlino-Buenos Aires è la scusa per lavorare congiuntamente al Proyecto Ausländer circa l´esperienza dell’esser straniero. Una valigia, una testa piena di pensieri, un mappamondo che sanguina o radici al posto dei pieni fanno parte di questa prima serie di pittogrammi presentata su cartelloni luminosi nel centro della capitale argentina. Queste figure femminili stilizzate hanno avuto nel pubblico un impatto comunicativo tale che le due iniziatrici hanno deciso di ampliare il progetto e di coinvolgere altre donne migranti. Cosicché è nato il collettivo migrantas, dal nuovo bisogno di dare una voce a chi è visto come “l’altro”. I pittogrammi stampati su cartelloni affissi per le strade, su cartoline distribuite gratuitamente o su borse di stoffa portano nello spazio urbano storie legate ai temi complessi della migrazione, della convivenza sociale, dell’identità e del dialogo interculturale. Migrantas ha scelto di definirsi collettivo anche perché i pittogrammi sono il risultato di una collaborazione con migranti di diversa origine socio-culturale e status giuridico, che attraverso il disegno condividono parte della loro esperienza sia all’interno di un gruppo, ovvero durante workshop, sia all’esterno. L’aspetto della presentazione in spazi pubblici è di fondamentale importanza: da un lato permette ai migranti di riconoscersi nelle figurine stilizzate, di farli sentire parte del tessuto urbano e della comunità in senso ampio, e dall’altro instaura un processo di riflessione in chi osserva. “L’altro” diventa visibile, si fa conoscere come essere umano e smentisce luoghi comuni o stereotipi.
Migrantas ha come propria sede Berlino ma ha una vocazione (e un’attività) internazionale, a partire dai membri del suo collettivo. Qual’è il rapporto con la città? E della città con il vostro lavoro?
Berlino è la città dove tutto ha avuto inizio ed è la seconda Heimat (casa) di tutti i membri del collettivo. La maggior parte dei progetti portati avanti sino ad oggi sono stati realizzati qui, sia su proposta del collettivo stesso che su invito di associazioni, enti pubblici, istituzioni culturali e scuole. Il network si allarga e l´interesse delle persone cresce se si vive e lavora in un luogo in maniera stabile. E l’atmosfera multiculturale della città, con la ricchezza e le sfide che comporta, diventa dimensione ideale per parlare di questi temi. Nel 2011 migrantas é stata insignita del Premio per la tolleranza e l’integrazione da parte dell’Initiative Haupstadt Berlin e.V. Essendo appunto la mobilità in generale una condizione che contraddistingue le nostre società contemporanee, anche il collettivo ha esteso la sua azione da Berlino anche ad altre città e paesi. I pittogrammi di migrantas sono stati infatti realizzati ad Amburgo, Colonia, Friedrichshafen, Norimberga, Ahlen, Salisburgo (Austria), nelle Azzorre (Portogallo), Bergen (Norvegia), Siviglia (Spagna), Montreal (Canada) e Città del Messico (Messico).
La vostra proposta progettuale è rivolta esclusivamente alle donne immigrate?
All’inizio migrantas si è rivolta a sole donne, per via dalla condizione comune con i membri del collettivo. Ma col tempo è divenuto naturale raccogliere la testimonianza anche di altre voci e presentare prospettive multiformi. Diversi sono infatti ad oggi i progetti realizzati con donne e uomini o transgender, con migranti e non, con bambini delle scuole elementari e delle superiori così come studenti universitari. Non ci sono limiti di età, genere, religione, cultura o status sociale.
Quali sono i nuovi progetti in cantiere?
Attualmente si sta finalizzando un progetto di sensibilizzazione sui diritti dei bambini in collaborazione con una scuola elementare di Berlino, in cui sono stati i bambini stessi a creare un decalogo con corrispettivi pittogrammi. Ancora in corso d’opera è la documentazione di una serie di workshop e azioni urbane a Città del Messico su iniziativa del Goethe Institut. Nel frattempo si tengono d´occhio bandi, si scrivono nuovi progetti, si pensa di passare dai cartelloni ai murales e si tiene la porta aperta a sempre nuove collaborazioni e storie da raccontare. In ogni parte del mondo. Speriamo l’Italia sia la prossima tappa!
Per approfondire:
Il sito del progetto: www.migrantas.org
I social del progetto: facebook/migrantas | youtube/migrantas | twitter:@infomigrantas
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