I campi profughi delle Isole, nonostante le loro condizioni sanitarie, finora sono stati risparmiati dal contagio da coronavirus. Riapre fra le incertezze il sistema d’asilo (forse anche per i 2.900 migranti arrivati in Grecia a marzo). Ma con la crisi dell’accordo UE-Turchia del 2016, Atene a partire da marzo ha fatto un massiccio ricorso alla pratica illegale dei respingimenti collettivi. I nuovi aggiornamenti per l’Osservatorio Grecia di Vie di fuga.
I campi profughi delle Isole dell’Egeo al momento sono stati risparmiati dal contagio, malgrado il sovraffollamento e le condizioni di igiene inadeguate. Sempre sulle Isole sono iniziate le evacuazioni delle persone più vulnerabili verso strutture in condizioni igienico-sanitarie migliori. Agli isolati gesti di solidarietà già compiuti da Germania, Austria e Lussemburgo si sono aggiunti quelli della Svizzera e del Portogallo.
Se ne parla nell’Osservatorio Grecia di Vie di fuga, che in questi giorni si è arricchito di quattro nuovi aggiornamenti: Coronavirus maggio 2020, Sistema d’asilo si riparte, L’illusione dei rimpatri forzati e Grecia, continuano i respingimenti collettivi.
Le attività del sistema d’asilo greco hanno iniziato a riaprire il 18 maggio. Sono ancora detenuti in condizioni di sovraffollamento, sporcizia, scarso accesso a bagni, acqua e servizi sanitari i circa 2.900 migranti giunti in Grecia a marzo; ma le autorità hanno almeno iniziato a registrare la loro intenzione di richiedere asilo.
L’«illusione» dei rimpatri forzati: i dati disponibili più recenti per la Grecia si riferiscono al 2018 e mostrano che, in quell’anno, poco più di 58.000 persone hanno ricevuto un ordine di rimpatrio, mentre sono state meno di 8.000 quelle effettivamente rimpatriate nel loro paese d’origine o in Turchia: circa il 14%. Ma oggi sembra entrato in crisi anche l’accordo Turchia-UE del 2016, che in quattro anni ha consentito la deportazione in Turchia di oltre 2.000 persone arrivate dal Medioriente e dall’Africa.
Se l’accordo per le deportazioni in Turchia rischia di rimanere solo un lontano ricordo e i rimpatri forzati nel paese d’origine sono il più delle volte difficili o impossibili, non “restano” che i respingimenti collettivi. La Guardia Costiera ellenica ha fatto massiccio ricorso a questa pratica illegale a partire dal marzo 2020: le denunce e le testimonianze.
A breve sarà on line anche un aggiornamento sulle “ONG nella morsa della legge“: in Grecia, infatti, una decisione ministeriale ha imposto in questi mesi la registrazione di ogni associazione impegnata nel campo dell’immigrazione, del suo staff e dei suoi volontari presso registri tenuti dal ministero dell’Immigrazione e dell’Asilo.
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