Out of Tehran – di Monica Maggioni – Documentario – Italia 2011
Out of Tehran è una storia corale raccontata attraverso 4 ritratti, è la storia di tutti coloro che fuggono dall’Iran perché lì, per loro, è ormai impossibile vivere una vita normale.
Out of Tehran è un lavoro del 2011 della documentarista Monica Maggioni, prodotto da Mediakite in collaborazione con Rai Cinema. Il documentario racconta le vicende di tre ragazzi e un professore, i cui percorsi si incrociano; finiti senza colpa nelle maglie del regime iraniano, alcuni sono stati imprigionati, altri torturati. Hanno negli occhi la violenza dei giorni delle manifestazioni contro il regime e raccontano l’orrore della repressione vissuta sulla propria pelle.
Abbas, Ebrahim, Hossein e Narges hanno lasciato l’Iran viaggiando attraverso le montagne del Kurdistan, con l’aiuto dei contrabbandieri, o verso la Turchia; qualcuno più semplicemente è salito in aereo e non è più tornato. Nella loro mente il viaggio è sempre lo stesso, uguale il senso di impotenza nei confronti di una dittatura che ha spezzato le loro esistenze, che li ha privati degli affetti più profondi. Abbas era professore di economia all’università, Ebrahim faceva il blogger, Hossein lavorava in Tv, Narges la documentarista. Lei, figlia di uno degli ex potenti del regime di Ahmadinejad un giorno in Germania ha parlato di diritti umani e non è più potuta tornare a casa.
Lungi dal ridursi alla cronaca di quanto è successo dall’agosto 2009 in poi, Out of Tehran privilegia i primi piani e le parole di chi è riuscito a sfuggire all’oppressione del governo di Ahmadinejad: “Quando decidi di raccontare una storia di questo tipo – conferma la Maggioni – capisci che l’unico approccio possibile è quello di toccare l’intimità delle persone coinvolte. Solo questa è capace di far emerge la catastrofe della politica e della società“. Le loro storie, i loro diari minimi, sono una denuncia violenta contro un regime che ha assunto i tratti dell’aguzzino, sono il ricordo di chi ancora è in carcere o non può parlare; ma alla fine tutte le loro voci si stemperano nel sussurro malinconico degli esuli che sognano solo il ritorno.
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