Se l’è guadagnata la giovane Cindy Ngamba, che ieri nei quarti di finale di pugilato famminile, categoria 75 kg, ha battuto la francese Davina Michel 5-0. Il metallo della medaglia è ancora incerto, perché giovedì la 25enne di origine camerunense salirà sul ring per provare a guadagnarsi un posto nella finale per l’oro. Ma almeno il bronzo è già al sicuro. *** Aggiornamento 8 agosto: per Cindy Ngamba è medaglia di bronzo ***
C’è una medaglia. La prima di sempre per il Refugee Olympic Team. E in uno sport in cui un atleta rifugiato ha gareggiato per la prima volta alle Olimpiadi. Il doppio primato è di Cindy Ngamba, rifugiata del Camerun, che ieri nei quarti di finale di pugilato famminile, categoria 75 kg, ha sconfitto nettamente la francese Davina Michel per 5-0 per unanime decisione dei giudici di gara.
Il peso e il metallo della medaglia di Ngamba, 25 anni, sono ancora incerti, perché giovedì l’atleta camerunense salirà sul ring contro Atheyna Bylon, di Panama, per guadagnarsi un posto nella finale per l’oro. Ma almeno il bronzo è già al sicuro, perché qui non si prevede una finale per il quarto e il terzo posto, e tutte e quattro le semifinaliste ottengono un trofeo da podio.
«Quale che sia l’esito finale, questo storico risultato ha già inviato un potente messaggio di speranza ai circa 120 milioni di persone in situazione di sradicamento forzato in tutto il mondo», chiosa un po’ enfaticamente l’UNHCR.
Però l’esultanza di Cindy e del suo Team è anche la nostra.
Cindy Ngamba, dopo essere fuggita dal Camerun è arrivata nel Regno Unito, dove vive tuttora, all’età di 11 anni. Non sapeva l’inglese, ha dovuto affrontare solitudine e bullismo. Ha scoperto la boxe per caso in un centro giovanile. All’inizio non aveva altre ragazze con cui allenarsi e ha dovuto farlo con i coetanei maschi, ma è riuscita a imporre il suo talento: nel 2019 ha vinto il primo di tre campionati nazionali.
La sua preparazione ai Giochi di Parigi 2024 è stata supportata dall’Olympic Refuge Foundation (ORF) attraverso il Refugee Athletes Scholarship Programme, finanziato a propria volta dal CIO, il Comitato olimpico internazionale. Alla cerimonia di apertura è stata portabandiera della Squadra olimpica dei rifugiati insieme al siriano Yahya Al-Ghotany.
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