È il bronzo di Guillaume Junior Atangana, rifugiato ipovedente del Camerun, terzo nella finale allo Stade de France. Un altro bronzo è stato conquistato nei giorni scorsi dalla giovane afghana Zakia Khudadadi nel taekwondo: la prima medaglia di sempre per la Squadra paralimpica dei rifugiati, che quest’anno conta otto membri oltre a due “guide runner”. Khudadadi, minacciata di morte, è stata evacuata dall’Afghanistan dopo la caotica presa del potere da parte dei Talebani nell’agosto 2021.
L’atleta rifugiato Guillaume Junior Atangana, ipovedente, ha vinto ieri un bronzo paralimpico nella finale dei 400 metri maschili allo Stade de France di Parigi. E’ arrivato terzo al traguardo affiancato dalla sua “guida”, il connazionale Donard Ndim Nyamjua.
La medaglia del camerunense Atangana, che oggi vive nel Regno Unito, è la seconda per la Squadra dei rifugiati ai Giochi paralimpici in corso a Parigi. Giovedì 29 agosto la giovane afghana Zakia Khudadadi, che oggi vive in Francia, si era già conquistata un altro bronzo nella specialità del taekwondo, categoria 44-47 kg: la prima medaglia di sempre per il Refugee Paralympic Team.
Guillaume Atangana ha visto peggiorare la propria vista durante la prima infanzia, fino a quando, all’età di 12 anni, l’ha persa del tutto. Era la fine del suo sogno di diventare calciatore professionista. «Mi sono chiuso nella mia stanza per mesi – ha raccontato -. Pensavo che per me tutto fosse finito, ma ho trovato un amico che mi ha dato una mano e ho cominciato a correre». Ieri a Parigi ha fatto il suo nuovo miglior tempo, 50” e 89 centesimi.
Zakia Khudadadi, invece, è stata evacuata dall’Afghanistan dopo la caotica presa del potere da parte dei Talebani nell’agosto 2021. In quel periodo si stava preparando a partecipare alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 (Giochi che, come è noto, si sono tenuti l’anno dopo) per il proprio Paese. Avendo ricevuto minacce di morte, è riuscita ad espatriare una settimana prima della manifestazione insieme a un altro atleta, il velocista Hossain Rasouli.
Con altri sei compagni Atangana (che è iscritto anche alla gara dei 100 metri) e Khudadadi fanno parte della Squadra paralimpica di rifugiati più numerosa di sempre. Come da tradizione, l’UNHCR ha affermato che questa formazione «rappresenta le speranze e i sogni di 120 milioni di persone sradicate in tutto il mondo, fra cui circa 18 milioni con disabilità».
Il primo Refugee Paralympic Team, composto da due atleti, ha partecipato alle Paralimpiadi di Rio 2016. A Tokyo 2020 gli atleti sono diventati sei. Ora, a Parigi, gli otto atleti e due “runner guide” gareggiano in sei dei 22 sport contemplati dalla manifestazione: atletica, sollevamento pesi, ping pong, taekwondo, triathlon e scherma in carrozzina.
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