Con la fine di luglio è uscito il rapporto annuale di Save the children sulla tratta e lo sfruttamento: Piccoli schiavi invisibili 2019. I dati riportano che il numero di minorenni coinvolti è aumentato, passando dal 9 al 13 per cento.
La tratta di minori è diffusa in tutto il mondo e l’Italia, come il resto dell’Europa, non ne è immune. Secondo Save the children in Italia le vittime accertate sono 1.660. Il numero delle vittime di tratta minori e neo-maggiorenni intercettate in sole cinque regioni (Marche, Abruzzo, Veneto, Lazio e Sardegna) dagli operatori del progetto Vie d’Uscita di Save the Children è infatti cresciuto del 58%, passando dalle 1.396 vittime del 2017 alle 2.210 nel 2018.
A subire le violazioni più devastanti sono, in particolare, bambini, bambine e adolescenti in fuga da Paesi gravati da povertà, guerre, discriminazione, disuguaglianza di genere e mancato accesso all’istruzione. Infatti il paese di origine maggiormente coinvolto è la Nigeria con il 64%, seguono Romania, Bulgaria e Albania.
Le giovani e giovanissime nigeriane vengono normalmente adescate con la falsa promessa di un lavoro in Italia, giunte nel nostro Paese, dopo un viaggio attraverso la Libia e via mare dove subiscono abusi e violenze, devono restituire alla maman, la figura femminile che gestisce il loro sfruttamento, un debito di viaggio che raggiunge i 30mila euro e sono costrette a ‘lavorare’ fino a 12 ore tutte le notti, anche per 10-20 euro a prestazione, raccogliendo dai 300 ai 700 euro al giorno.
Nel rapporto Piccoli schiavi invisibili si legge che la risposta del sistema italiano di tutela delle vittime di tratta è ancora frammentaria ed è necessario potenziarla. Il primo Piano Nazionale d’Azione adottato dal Governo nel 2016 per tracciare le linee guida del contrasto e della prevenzione ha rappresentato un passo positivo importante, ma è scaduto a dicembre 2018 e non è stato ancora definito un secondo Piano. Per quanto riguarda il Programma Unico di Emersione, che racchiude invece le misure concrete per l’emersione, l’assistenza e l’integrazione sociale delle vittime, il finanziamento è stato potenziato dall’attuale governo e ammonta a 24 milioni per il triennio 2019-2021.
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