Alla fine di maggio una circolare interpretativa del Dipartimento di Pubblica sicurezza ha finalmente concesso la (limitata) convertibilità dei permessi di soggiorno per protezione speciale in permessi di lavoro. Lo ha reso noto il Forum per cambiare l’ordine delle cose, che da tempo, con la campagna #Paradossiallitaliana, denunciava «la prassi illegittima portata avanti nelle Questure di vari territori, che hanno rifiutato la possibilità ai titolari di protezione speciale di convertire il proprio permesso a seguito della cattiva interpretazione della norma».
Alla fine di maggio una circolare interpretativa del DIpartimento di Pubblica sicurezza ha finalmente concesso la possibilità di conversione dei permessi di soggiorno per protezione speciale in permessi di lavoro. Lo ha reso noto il Forum per cambiare l’ordine delle cose, che da tempo, con la campagna #Paradossiallitaliana, denunciava «la prassi illegittima portata avanti nelle Questure di vari territori, che hanno rifiutato la possibilità ai titolari di protezione speciale di convertire il proprio permesso di soggiorno a seguito della cattiva interpretazione della norma da parte del Dipartimento di Pubblica sicurezza con la circolare interpretativa n. 0050432. Una prassi che abbiamo più volte denunciato, sia pubblicamente che attraverso interpellanze parlamentari e una nota tecnica inviata al Ministero, fornendo strumenti pratici per contrastare questo orientamento illegittimo».
«Questa prassi – spiega ancora la campagna – ha causato gravissimi danni alle persone migranti, che si sono viste rifiutare la conversione e sono state cacciate dagli Uffici immigrazione, costrette a restare nella precarietà della protezione speciale, con la paura e il forte rischio di perdere la regolarità del soggiorno: ad essere violati non sono stati soltanto i diritti, ma anche la dignità delle persone».
Adesso la nuova circolare intepretativa prevede la convertibilità. Anche se, per ora, questa è concessa solo nei casi in cui la protezione sia stata riconosciuta con richiesta presentata prima dell’entrata in vigore della legge 50/23 (cioè prima del 5 maggio 2023) e nei casi delle richieste riconosciute da un decreto di Commissione territoriale o da una sentenza di Tribunale (anche successivi al 5 maggio).
Il Viminale, eliminando la possibilità di conversione, aveva «costretto non solo le persone a restare intrappolate nella procedura di protezione intasando il canale dell’asilo», ma aveva anche reso precari i permessi di soggiorno, «producendo decine di azioni legali e dunque spreco di denaro pubblico. Sono state molte, infatti, le sentenze dei Tribunali ordinari e dei TAR che hanno reso evidente l’orientamento della giurisprudenza: dichiarare illegittime tali prassi e concedere, dunque, la conversione dei permessi per protezione speciale».
Tuttavia, afferma ancora il Forum per cambiare l’ordine delle cose, «la battaglia non è ancora terminata: la legge 50/23 ha reso inconvertibili i permessi di soggiorno “straordinari” e non rinnovabili (se non per una sola volta per la durata di un anno) né convertibili i nuovi permessi per protezione speciale. Dobbiamo quindi continuare a batterci per ribaltare questo pessimo principio, in nome del diritto all’inclusione sociale e lavorativa delle persone migranti».
Per questo, il Forum Invitia i nodi locali della campagna #Paradossi e le sue associazioni territoriali a proseguire il monitoraggio e segnalare le cattive prassi e violazioni al recapito mail: info@percambiarelordinedellecose.eu.
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