Gli emendamenti di riforma del regolamento Dublino messi a punto dall’ASGI e dall’Osservatorio sul diritto europeo dell’immigrazione dell’Università di Pisa (sostenuti dal Tavolo nazionale asilo) propongono il superamento del principio del primo Paese d’arrivo con una serie di misure più rispettose, da un lato, dei diritti delle persone e, dall’altro, dei principi di solidarietà ed equa distribuzione di responsabilità fra i Paesi membri dell’UE. E forse per la prima volta, una proposta di “rivoluzione copernicana” per la “questione Dublino” è almeno approdata a Strasburgo in un testo dal peso politico non irrilevante…
Il “messaggio” chiave della proposta dell’ASGI e dell’Osservatorio sul diritto europeo del’immigrazione dell’Università di Pisa (vedi news precedente) è che tutti i Paesi membri devono accogliere una quota di richiedenti asilo. Ma questi ultimi devono essere assegnati il più possibile ai Paesi dove hanno i «collegamenti e legami migliori» (ciò diminuirebbe costi e spostamenti ulteriori e darebbe più chance alla loro integrazione).
Occorrono così alcune innovazioni in parte già delineate dal progetto di relazione Wikström, ma da applicarsi stabilmente e non sono nei periodi di “crisi” o di “emergenza”.
Nella proposta i criteri di “competenza” per l’esame di un richiedente asilo superano quello del Paese di primo arrivo («una circostanza determinata dalla geografia e dalle tattiche del traffico di persone», commentano Gianfranco Schiavone e Marcello Di Filippo, i due giuristi che hanno messo a punto la proposta ASGI-Osservatorio di Pisa) dando più spazio ai legami familiari; prevedendo misure ad hoc per i minori non accompagnati (mettendo fine ai trasferimenti forzati); aprendo a “collegamenti” realistici come gli sponsor privati (sull’esempio di esperienze già attuate in Canada, Germania e Italia), i soggiorni regolari già avuti in passato, titoli di studio e lingue conosciute; introducendo un criterio di assegnazione automatica perché ogni Paese membro ottemperi alla sua quota di accoglienza; e prevedendo l’obbligo, per il richiedente asilo, di registrarsi non appena possibile, pena un’assegnazione “casuale” attraverso il sistema automatizzato.
In merito alla procedura, la proposta ASGI-Osservatorio propone di generalizzare un’«intuizione eccellente» del progetto di relazione Wikström, quella della “procedura leggera di ricongiungimento familiare”.
Quanto al “meccanismo correttivo” (una relocation automatica in caso di carichi eccessivi di richiedenti asilo che, per un Paese, scatterebbe secondo la Commissione dopo aver raggiunto il 150% della propria quota e secondo la proposta Wikström dopo aver raggiunto il 100%), secondo Di Filippo e Schiavone a questo punto potrebbe avere un ruolo soltanto secondario e supplementare.
Viene ritenuta ancora una volta «eccellente», inoltre, la proposta Wikström di sanzionare sui fondi strutturali i Paesi membri che si sottraggono ai loro obblighi di “assunzione di competenza”.
L’iniziativa ASGI-Osservatorio è stata preparata in collaborazione con il Tavolo nazionale asilo ed è sostenuta dai maggiori organismi italiani impegnati nel campo del diritto alla protezione. Ma soprattutto è già stata ben ripresa nella proposta di riforma del Dublino III depositata alla commissione LIBE, a fine marzo, dalla deputata italiana Elly Schlein (gruppo Socialisti e democratici) con l’appoggio dei gruppi della Sinistra unitaria europea e dei Verdi.
Forse per la prima volta, una proposta di “rivoluzione copernicana” per la “questione Dublino” è almeno approdata a Strasburgo in un testo dal peso politico non irrilevante.
L’iter verso il regolamento Dublino IV prevede ora l’approvazione di una relazione LIBE, un mandato da parte dell’Assemblea plenaria per intavolare dei colloqui con i governi dei Paesi membri in sede di Consiglio Europeo e la realizzazione di questi colloqui per giungere a un accordo sulla forma finale del testo.
Allegati
Riforma del “Dublino III”: gli emendamenti Schlein (27 marzo 2017, file .pdf, in inglese)
Collegamento
Video: il convegno “La riforma di Dublino: solidarietà vera o nuovi muri?” (Bologna, 4 marzo 2017)
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