Quattro proposte per superare il «vicolo cieco» del diritto d’asilo in Europa, tre grandi prospettive “geografiche”. E riflessioni e analisi ancorate a dati e fatti. Tutti i contenuti-chiave del nuovo Report 2018 della fondazione Migrantes. I curatori: «L’augurio è che questo testo possa contribuire a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga, a chi arriva nel nostro continente e nel nostro Paese, e che possa esserci d’aiuto a “restare umani”, ad aprire la mente e il cuore allontanando diffidenza e paura».
Quattro proposte per superare l’attuale crisi, anzi il vero e proprio «vicolo cieco», del diritto d’asilo in Europa. Le avanza il report 2018 della Fondazione Migrantes dal titolo Il diritto d’asilo. Accogliere, proteggere, promuovere, integrare, che viene presentato a Ferrara in queste ore.
Prima fra tutte, un nuovo regolamento “di Dublino” finalmente aderente al principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità tra i Paesi membri dell’UE.
Poi il rifiuto dei concetti di “Paese terzo sicuro” e di “Paese di primo asilo”, ad oggi solo proposti dall’UE ma in insanabile contrasto con la tradizione giuridica europea in materia di asilo.
Quindi l’adozione di un regolamento dell’Unione che disciplini il “reinsediamento” dei rifugiati da Paesi terzi, prevedendo per tutti gli Stati membri obblighi chiari.
Infine, un’estensione dello status della protezione sussidiaria, vincolandola alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Le proposte del Report 2018 della Migrantes arrivano dopo 200 pagine di analisi e di riflessione, ancorate costantemente a dati e fatti e curate da un gruppo di diversi autori su una serie di argomenti chiave. A fare da Leitmotiv e da pietra di paragone, i quattro verbi del Messaggio di Papa Francesco per la 104ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato”, appunto accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Geografie
Sono tre le prospettive “geografiche” del nuovo rapporto, per altrettante sezioni principali.
L’Europa – Da una parte ci sono le politiche e le pratiche dell’Unione europea nel campo della protezione internazionale in questi ultimi due anni, un tempo in cui si sono aperte gravi divaricazioni, sia tra le dichiarazioni e i fatti delle politiche attuate, sia tra le politiche stesse e le sensibilità e progettualità di una parte di società civile. Dall’altra parte c’è l’eterno, deludente processo di riforma del regolamento “Dublino III”.
Fra Europa e Italia – Da un lato ci sono gli accordi “informali” di collaborazione internazionale e di “riammissione” con i Paesi provenienza di migranti e rifugiati (accordi «pericolosi» e «di dubbia legittimità»: per l’Italia ci sono gli esempi emblematici dei memorandum con la Libia e il Sudan). Dall’altro, c’è la questione della reale tutela dei minori: il nostro Paese è davvero un «modello» a livello europeo per la protezione dei minori stranieri non accompagnati (MSNA)? La “legge Zampa” 47/2017 ha introdotto importanti novità nella tutela dei loro diritti, ma per i non accompagnati, nell’estate del 2017, nella rete SPRAR c’erano appena 2.865 posti, pari al 15% dei 18.486 MSNA presenti in Italia.
L’Italia – In che modo il nostro Paese ascolta la voce di chi chiede protezione dopo l’approvazione del decreto “Minniti-Orlando” e, fra l’altro, la cancellazione del grado di appello? Qui l’analisi del Report si fa particolarmente dura: «Accelerare, sintetizzare, ridurre, tacitare. Bastano pochi concetti per descrivere il “processo Minniti”, la riforma che dà voce al sentimento popolare anti-immigrati togliendola ai richiedenti asilo…». Ma anche: qual è lo “stato dell’arte”, quali sono le prassi e le progettualità italiane rispetto ai quattro verbi indicati da papa Francesco? Qui il saggio che offre almeno alcune piste per rispondere a questa domanda contiene tre “focus” dedicati al lavoro bracciantile nelle campagne del Nord Italia, alla rete SenzaAsilo in appoggio ai richiedenti asilo “diniegati” ma ormai con un posto di lavoro, e all’esperienza di “co-housing” sorta nella palazzina occupata della Salette a Torino.
I dati chiave
Pericolo Mare nostrum
- Sulle “rotte” precarie e, nel complesso, sempre più chiuse del Mediterraneo orientale, centrale e occidentale, nel 2017 hanno raggiunto via mare l’Europa 171.694 migranti e rifugiati. Erano stati 363.504 nel 2016 e ben 1.011.712 nel 2015. Gli arrivi sono aumentati solo nel Mediterraneo occidentale.
- Sempre nelle acque del Mediterraneo, la ”frontiera” più letale del mondo, il triennio ha registrato un triste record di vittime nel 2016, 5.143, contro le 3.771 del 2015. Nel 2017 il dato è sceso a 3.119; ma rispetto al 2016 è aumentata, sia pure di poco, l’incidenza dei morti sul totale di coloro che si sono imbarcati affidandosi ai trafficanti: oggi perdono la vita nelle acque del Mare Nostrum (ma si tratta sempre di stime per difetto) quasi 2 persone ogni 100 partite, mentre nel 2016 il dato si era attestato su poco più di una su 100.
In Italia
- Nel 2017 il contatore degli arrivi nel nostro Paese si è fermato a 119.369 persone, il 34% in meno rispetto alle 181.436 del 2016 (erano state 153.842 nel 2015). Il primo Paese di provenienza si conferma la Nigeria, seguita da Guinea, Costa d’Avorio, Bangladesh, Mali ed Eritrea.
- Secondo dati del ministero dell’Interno, nel 2017 hanno chiesto protezione in Italia circa 130 mila persone (per la prima volta il numero supera gli arrivi via mare durante l’anno). Nel 2016 i richiedenti asilo erano stati 123.600, e 83.970 nel 2015.
- Sempre secondo dati del Viminale, nel 2017 sono stati esaminati circa 80 mila richiedenti È stata accordata protezione a oltre 30 mila di essi. Ma una larga maggioranza, poco sotto il 60%, si sono visti respingere la loro domanda (il dato include anche un certo numero di domande respinte per “irreperibilità”). Questa percentuale è analoga a quella registrata nel 2016, dopo due anni di forte crescita.
- Alla fine del 2017 erano in accoglienza nel nostro Paese 183.681 richiedenti asilo e rifugiati: appena il 3 per mille dei residenti.
- Sono 7 le esperienze di accoglienza in famiglia locali o nazionali studiate nell’approfondimento ad hoc del rapporto.
Per un sapere che allontani la paura
Nell’Introduzione al Report 2018, don Giovanni De Robertis, direttore della Fondazione Migrantes, e Mariacristina Molfetta, co-curatrice, così si rivolgono ai lettori: «L’augurio è che questo testo possa contribuire a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga, a chi arriva nel nostro continente e nel nostro Paese, e che possa esserci d’aiuto a “restare umani”, ad aprire la mente e il cuore allontanando diffidenza e paura».
Il volume Il diritto d’asilo. Accogliere, proteggere, promuovere, integrare (pp. 266, euro 20,00) è pubblicato dall’editrice Tau. Alcuni materiali e altre informazioni sono disponibili sin da oggi nel banner a destra di questa pagina Web. Nello stesso banner è disponibile la versione .pdf integrale del Report 2017. Minori rifugiati, vulnerabili e senza voce.
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