I 16 gambiani che a settembre dalla Sicilia sono stati internati nel CIE di Torino (vedi news precedente) alla fine hanno potuto presentare domanda di protezione e sono stati rilasciati. Ma dopo lo sbarco in territorio italiano, sembra essersi accanita su di loro una serie inquietante di “errori” procedurali e di violazioni.
Un po’ alla volta, i 16 gambiani internati il 18 settembre nel CIE di Torino sono riusciti a presentare domanda d’asilo, anche se fra la “manifestazione di volontà” e la “verbalizzazione” della loro istanza con la firma sul modulo C3 sono passate settimane, nelle quali hanno rischiato di essere espulsi dall’Italia. E sono stati poi rilasciati perché con la nuova normativa il trattenimento di un richiedente asilo è illegittimo anche se questi si trova in mano un decreto di respingimento.
Tirando le somme
Resta il fatto che, dopo lo sbarco in Sicilia, sembra essersi accanita su di loro una serie inquietante di “errori” (leggi violazioni). Riassumendo: il vuoto di informazioni sul palese diritto a un’accoglienza diversa dalle sbarre di un CIE, date le circostanze del loro approdo in Italia. Il sospetto (leggi ormai la quasi-certezza) che anche in Italia i migranti arrivati da Paesi di provenienza ritenuti “sicuri” a priori siano destinati in partenza a un trattamento “di serie B” per quanto riguarda il diritto di asilo. E poi quel decreto di respingimento notificato due giorni dopo, in aeroporto, e in un formato “fotocopia” che sa di illecito provvedimento collettivo. Fino alle lungaggini del trattenimento in corso Brunelleschi.
Verso la partita di ritorno
Secondo gli avvocati dei giovani gambiani (che hanno fra i 18 e i 30 anni), le domande d’asilo dei loro assistiti hanno un buon fondamento. L’operatore della Pastorale Migranti che ha ospitato i primi quattro la sera del 21 ottobre oggi li descrive «un po’ più rilassati rispetto a quei giorni incredibili vissuti fra settembre e ottobre. Almeno adesso sono liberi».
Anche se li attende davanti alla Commissione territoriale, magari fra otto mesi, un esame in procedura ordinaria dall’esito quanto mai incerto, nonostante la situazione interna del Gambia: nel 2014 i richiedenti asilo gambiani hanno ricevuto in Italia un diniego in due casi su tre. Ecco, dicevamo nella news precedente, storie di un giorno di Champions: per chi c’era, con la speranza di ribaltare al ritorno, difficile ma non impossibile, quell’umiliante “0-4” dell’andata.
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