L’EASO ed EUROSTAT hanno aggiornato le statistiche sui richiedenti asilo nell’Unione Europea a marzo (- 8% rispetto a febbraio) e sugli esiti in tutto il 2015: è del 52% la percentuale di decisioni positive nell’anno nel territorio dell’UE, però con grandi differenze fra Paese e Paese.
100.700 richieste di protezione a marzo: il nuovo dato mensile dell’EASO per l’area “UE+” (UE più Svizzera e Norvegia) registra un calo dell’8% rispetto a febbraio, anche se si colloca sul livello registrato a gennaio.
Ancora una volta i richiedenti asilo registrati sono fuggiti soprattutto dalla Siria, dall’Irak e dall’Afghanistan.
Sempre a marzo, l’UE+ ha “concesso” una forma di protezione (status di rifugiato o protezione sussidiaria) a quasi tutti i richiedenti asilo siriani ed eritrei esaminati in prima istanza. Si è scesi però sotto il 70% di esiti positivi per gli irakeni e sotto il 50% per gli afghani, con percentuali via via decrescenti per le altre nazionalità.
Nel complesso hanno avuto un esito positivo solo il 55% delle domande di protezione esaminate nel mese: la percentuale è in netto calo rispetto al dato di febbraio (60%). Si è rivelato in lieve diminuzione, del resto, anche lo stesso totale delle domande esaminate.
EUROSTAT, l’Europa del 52%
Un’Europa che “fatica” a tenere il passo del bisogno di protezione che si manifesta alle sue frontiere emerge anche dai dati consolidati per il 2015 pubblicati da EUROSTAT ad aprile.
Nell’anno i richiedenti asilo nel territorio dell’UE sono più che raddoppiati rispetto al 2014 (vedi notizia di marzo su Vie di fuga). Ma i provvedimenti di protezione concessi sono aumentati solo del 72%.
L’anno scorso l’Unione ha garantito lo status di rifugiato, o la protezione sussidiaria (o la protezione umanitaria) a 333.350 richiedenti. La metà, 166.055, sono siriani, che rappresentano la nazionalità più numerosa. Seguono a distanza i cittadini eritrei (25.575) e irakeni (23.685).
Austria 71%, Italia 42%
Quasi la metà del totale delle decisioni positive in tutta l’UE sono state prese in Germania (148.215, +212% rispetto al 2015), seguita molto a distanza dalla Svezia (34.470, + 4%) e dall’Italia (29.630, + 44%).
In prima istanza (il “grado” d’esame preponderante in termini quantitativi) il tasso di riconoscimento delle domande d’asilo è stato del 52% a livello dell’UE e, ad esempio, del 57% in Germania, del 72% in Svezia e del 71% in Austria (che ha esaminato un numero non trascurabile di domande, in tutto più di 21 mila). Però in Italia si è attestato molto al di sotto, al 42%.
In istanza finale (“appello”) il tasso di riconoscimento a livello dell’UE si è collocato sul 14%.
Allegati
Richiedenti asilo nell'”UE+” (marzo 2016, fonte EASO, maggio 2016, file .pdf)
Richiedenti asilo nell’UE: esiti (2015, fonte Eurostat, aprile 2016, file .pdf)
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