Secondo un aggiornamento mensile diffuso oggi dall’EASO, nel mese i richiedenti afghani sono aumentati del 73% rispetto ad agosto, da circa 10 mila a 17.300; ma anche questo dato non è neanche la metà dei 38.200 richiedenti afghani registrati nel novembre del 2015. Intanto, qualche iracheno riesce a superare gli stenti (e la vergogna) della frontiera UE-Bielorussia…
Per la prima volta dall’inizio della pandemia di COVID-19, i richiedenti asilo nell’UE “allargata”, 71.200 a settembre, hanno superato gli ultimi livelli pre-pandemici di gennaio e febbraio 2020, quando si erano registrati rispettivamente 65.700 e 61.400 richiedenti. Rispetto allo scorso agosto, invece, l’aumento è pari a un quarto.
Secondo un aggiornamento mensile diffuso oggi dall’EASO, i richiedenti afghani nell’ultimo mese, 17.300 (+ 73% rispetto ai 10 mila di agosto) sono stati quasi il doppio di quelli siriani. L’EASO osserva comunque che i 17.300 richiedenti afghani sono meno della metà del massimo assoluto registrato da questa cittadinanza nel novembre 2015: 38.200 persone.
Il terzo gruppo per numerosità nell’ultimo mese è rappresentato dalle persone fuggite dalla Turchia, circa 3.000, come ad agosto ma sempre ai livelli più alti dal 2014.
Sempre a settembre, «da livelli già relativamente alti, le domande di protezione di cittadini iracheni (2.900, + 7%) sono ulteriormente aumentate, in parte a causa della rotta migratoria irregolare attraverso la Bielorussia, dove gli iracheni sono stati il gruppo più numeroso».
Le richieste d’asilo di minori non accompagnati sono rimaste all’incirca 3.000 (4% di tutti i richiedenti), ma ancora ai livelli più elevati dal gennaio 2016. I bambini e ragazzi afghani rimangono di gran lunga il gruppo più numeroso in questa categoria, davanti a quelli fuggiti da Siria e Bangladesh.
Nell’ultimo mese la percentuale di riconoscimento della protezione internazionale (status di rifugiato e protezione sussidiaria) si è attestata nell’UE “allargata” (UE a 27 Paesi più Svizzera e Norvegia) sul 41%: è il dato più consistente dall’aprile 2020. «L’aumento è in gran parte dovuto al più alto tasso di riconoscimento mai registrato dai cittadini afghani (86%)».
Fra le nazionalità che hanno ricevuto il maggior numero di decisioni, i tassi di riconoscimento più elevati riguardano i siriani (87%), seguiti appunto dagli afghani (86%), dai bielorussi (85%) e dagli eritrei (81%).
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