Sino alla fine di settembre sono sbarcati sulle coste italiane 132 mila migranti e potenziali richiedenti asilo, a fronte dei 140 mila registrati nello stesso periodo del 2014. Sono 97.200, invece, quelli in accoglienza. Da un’audizione in Senato del prefetto Morcone, il punto sull’Agenda europea sulla migrazione in prospettiva italiana: «esercizi» di hotspot a Lampedusa, mentre è già operativa la «riallocazione» verso altri Paesi membri: proprio oggi, tra l’altro, il Viminale ha comunicato con enfasi che per la Svezia sono partiti da Ciampino i primi 19 richiedenti asilo eritrei.
Numeri, numeri, numeri: in questi mesi si succedono a ritmo serrato, con il rischio (forse) di alimentare ansie e timori. Ma non è sempre così.
In questi giorni è stato ascoltato in commissione Diritti umani del Senato il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno, che ha fornito alcuni dati di aggiornamento sui potenziali richiedenti asilo e migranti sbarcati sulle coste italiane dall’inizio dell’anno alla fine di settembre: 132.474 persone, a fronte delle 140.224 registrate nello stesso periodo del 2014. Ottomila in meno, «mentre i numeri della rotta dei Balcani negli ultimi mesi sono aumentati in modo sempre più consistente».
Per quanto riguarda il sistema d’accoglienza, secondo Morcone esso «si avvia oggi in Italia a diventare strutturale ed è stato del tutto superato l’approccio emergenziale del passato». Le persone accolte sono 97.191; la Sicilia copre ancora da sola il 13%, ma le è ormai molto vicina la Lombardia con il 12%.
Sul fronte dell’esame delle richieste d’asilo, invece, nononostante il raddoppio delle Commissioni territoriali nel 2015 (e un + 73% di domande esaminate rispetto al 2014) si registrano ancora forti ritardi dovuti all’arretrato.
Solo l’Ungheria fuori dalle “quote”
Il prefetto ha anche informato sugli sviluppi italiani dell’iter tormentato dell’Agenda europea sulla migrazione. La decisione della “riallocazione” di 40 mila richiedenti asilo verso altri Paesi membri (24 mila dall’Italia e 16 mila dalla Grecia) è diventata «operativa» il 16 settembre; successivamente è stato proposto di aumentare il numero di persone da riallocare arrivando a 160 mila, da distribuire secondo quote obbligatorie tra tutti gli Stati (proprio oggi, tra l’altro, il Viminale ha comunicato con enfasi la partenza dei primi 19 richiedenti asilo eritrei “riallocati” Svezia).
«Solo l’Ungheria al momento ha rifiutato questo meccanismo di distribuzione e le sue quote verranno sospese per un anno e probabilmente distribuite tra Italia e Grecia – ha riferito Morcone in commissione Diritti umani-. Quindi all’Italia “spetterebbero” circa 53 mila richiedenti asilo».
Hotspot: “esercizi” a Lampedusa
«Nello stesso tempo si sta avviando la realizzazione dei punti di identificazione (hotspot) da cui poi procedere al trasferimento nei diversi Paesi. Da qualche giorno è in corso un esercizio a Lampedusa. La gestione degli hotspot è totalmente in mano al Ministero dell’interno con la presenza in appoggio di funzionari delle agenzie europee Frontex ed EASO (Ufficio europeo di sostegno per l’asilo) e di esperti delle organizzazioni umanitarie presenti all’interno del Progetto Praesidium».
Per il prefetto, invece, «rimane da definire l’attività di rimpatrio delle persone che non hanno diritto al riconoscimento della protezione internazionale. Passaggio necessario è, in questo senso, la definizione di accordi di riammissione con i Paesi di provenienza: per riconoscere il migrante è indispensabile il supporto delle rappresentanze diplomatiche. Attualmente l’Italia ha questo tipo di accordi solo con Marocco, Egitto, Tunisia e Nigeria. Andrebbe invece definito un meccanismo comune a livello europeo finanziato con risorse europee».
Collegamenti
Gli sviluppi dell’Agenda europea a settembre: vedi qui per il comunicato ufficiale della riunione informale capi di Stato di governo del 23 settembre 2015); vedi qui per il punto della situazione e le «azioni prioritarie» proposte dalla Commissione il 23 settembre, anche a seguito del Consiglio europeo Giustizia e Affari interni del 22 settembre
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