Fra 2006 e 2013, le operazioni congiunte di rimpatrio forzato coordinate dall’agenzia per il controllo delle frontiere dell’Ue sono state 209, con 10.855 migranti rimpatriati.
Le operazioni congiunte di rimpatrio forzato coordinate dall’agenzia Frontex? Se n’era molto discusso negli anni scorsi. Poi, il silenzio. Ma queste costose operazioni aeree transnazionali non si sono mai interrotte. Nel solo 2013 se ne sono svolte 39, che hanno coinvolto 2.152 migranti “restituiti” ai loro Paesi d’origine. Nel 2012 le operazioni erano state 38 con 2.110 rimpatriati e nel 2011 ancora 39 con 2.059 rimpatriati.
In totale, come si legge nella “comunicazione” della Commissione europea al Consiglio e al Parlamento europeo sui rimpatri dei migranti “irregolari” diffusa nei giorni scorsi, fra 2006 e 2013 le operazioni di rimpatrio forzato congiunte sono state 209 (in media 26 all’anno) e i migranti rimpatriati 10.855 (in media quasi 1.360 l’anno).
“Credibilità e umanità” ancora obiettivi da raggiungere
Secondo la commissaria agli affari Interni dell’Ue Cecilia Malmström, «la Direttiva rimpatri (2008/115/EC, ndr), oltre a influenzare positivamente la legislazione e le prassi nazionali, è stata una molla di cambiamento per quanto riguarda la partenza volontaria e il monitoraggio del rimpatrio forzato. Ha contribuito a ridurre complessivamente il periodo di trattenimento massimo in tutta l’Ue e a promuovere soluzioni alternative. Nonostante ciò, la situazione relativa al trattenimento in alcuni Stati membri desta ancora serie preoccupazioni. Dobbiamo pertanto proseguire gli sforzi per applicare una politica credibile e umana diffondendo pratiche che assicurino il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità di ogni singolo individuo, a prescindere dal suo status di migrante».
Secondo la Commissione, gli aspetti che richiedono maggiore attenzione sono le condizioni di trattenimento, il ricorso in misura più sistematica a soluzioni alternative al trattenimento, l’istituzione di sistemi indipendenti di monitoraggio dei rimpatri forzati e l’efficacia complessiva della politica di rimpatrio.
In particolare, i dati mostrano un divario tra il numero di persone nei confronti delle quali è stata emessa una decisione di rimpatrio (circa 484 mila nel 2012, 491 mila nel 2011 e 540 mila nel 2010) e quelle che hanno effettivamente lasciato l’Ue per effetto di tale decisione (circa 178 mila nel 2012, 167 mila nel 2011 e 199 mila nel 2010).
Allegato
La comunicazione COM(2014) 199 (file .pdf)
Collegamento
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