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Rimpatri UE, Migrantes: “Dalla Commissione von der Leyen una proposta punitiva”

Piuttosto «sarebbe auspicabile che l’Unione Europea, con la sua storia e le sue radici di diritto, proponesse e finanziasse norme volte a investire in massima parte sul rafforzamento delle forme legali di ingresso ed, eventualmente, sui rimpatri assistiti volontari». Mentre il testo presentato dall’esecutivo dell’Unione prevede per l’“incentivazione” dei rimpatri volontari solo 8,4 milioni di euro per i prossimi tre anni, contro i 137,5 milioni previsti per la “capacità detentiva”. Ma intanto, i rimpatri verso Paesi terzi sono già in forte aumento (+35%).

 

 

Mutuo riconoscimento delle decisioni di rimpatrio tra gli Stati membri. Norme «chiare» sul rimpatrio forzato, sia pure con incentivi al rimpatrio volontario. Obblighi «più stringenti» per i rimpatriati. Norme specifiche per le persone pericolose «per la sicurezza».  Ma anche la possibilità di istituire «hub di rimpatrio in Paesi terzi», nei quali le persone con un provvedimento di rimpatrio possano essere rinchiuse «sulla base di un accordo o un’intesa bilaterale o a livello dell’UE».

(Foto Commissione Europea).

L’11 marzo la Commissione dell’UE ha proposto un Sistema comune europeo per i rimpatri che ha come obiettivo «procedure di rimpatrio più rapide, semplici ed efficaci in tutta l’Unione Europea» per i cittadini extracomunitari che non hanno il diritto di rimanere nel territorio dell’UE dopo aver ricevuto una decisione di rimpatrio.

Nella proposta, che ha la forma di un regolamento, la Commissione rimarca come oggi «appena» il 20% dei destinatari di un provvedimento di rimpatrio lasci effettivamente il territorio dell’Unione e considera il proprio testo un elemento chiave per il completamento del Patto sulla migrazione e l’asilo adottato nel 2024.

Ora spetterà all’Europarlamento e al Consiglio Europeo approvare, modificare o respingere questa bozza di regolamento. Ma intanto, essa è stata severamente criticata dalla Fondazione Migrantes, secondo la quale essa «appare dettata da uno spirito prevalentemente punitivo».

Piuttosto «sarebbe auspicabile – come ha osservato il direttore generale della Fondazione mons. Pierpaolo Felicolo – che l’Unione Europea, con la sua storia e le sue radici di diritto, proponesse e finanziasse norme volte a investire in massima parte sul rafforzamento delle forme legali di ingresso ed, eventualmente, sui rimpatri assistiti volontari. Perché è bene ricordare che spesso i migranti che intendono rimpatriare, anche qualora non abbiano ricevuto provvedimento di espulsione, non hanno i mezzi per farlo».

Fra l’altro, il testo presentato dalla Commissione von der Leyen  prevede per l’“incentivazione” dei rimpatri volontari solo 8,4 milioni di euro per i prossimi tre anni, contro i 137,5 milioni calcolati nel triennio per la “capacità detentiva”.

 

Gli ultimi dati UE sui rimpatri

Nel terzo trimestre del 2024 (ultimo periodo disponibile), sono 112.335 i cittadini extracomunitari che hanno ricevuto l’ordine di lasciare il territorio di un Paese dell’Unione; il dato è in aumento del 4% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Sempre nel terzo trimestre ’24 i rimpatri effettivamente eseguiti verso Paesi terzi sono stati 27.740 (+ 35% rispetto al medesimo periodo del ’23).

 

I rimpatri effettivamente eseguiti dall’UE e dai suoi Paesi membri (anni 2022-2024, fonte Eurostat 2025).

 

Collegamenti

UE, tutti i dati sui rimpatri (fonte Commissione UE – Eurostat 2025)

Centro Astalli: una proposta “preoccupante”

 

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