A Venezia per la Biennale di arte si è inaugurato il progetto organizzato da UNHCR Rothko in Lampedusa, Dalla mostra a Palazzo Querini a workshop, seminari e laboratori artistici: tanti gli appuntamenti in programma fino al 24 novembre 2019.
“Valorizzare il patrimonio di creatività che i rifugiati portano con sé nella fuga, un contributo che, se libero di esprimersi, arricchisce enormemente le comunità che li accolgono”: è questo l’obiettivo di Rothko in Lampedusa, il progetto espositivo organizzato dall’UNHCR e curato da Luca Berta e Francesca Giubilei in occasione della 58a Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia.
Il progetto racconta l’importanza dell’arte come strumento che permette ai rifugiati di esprimere il loro talento e di portare benefici alle comunità che li ospitano; l’obiettivo è quello di riportare al centro l’individuo e il suo potenziale e di contrapporre una narrazione attenta al singolo a una narrazione stereotipata dove i rifugiati sono una massa informe senza personalità e capacità.
Il titolo Rothko in Lampedusa crea un legame ideale tra uno dei più grandi artisti del XX secolo e la massa (mediaticamente) anonima che, in fuga da conflitti e persecuzioni, raggiunge le nostre coste a Lampedusa. Rothko fuggì insieme alla famiglia d’origine dalla Lettonia per approdare in America, e qui l’artista ha potuto esprimere il proprio talento e donare all’intera umanità la sua opera. Rotkho era un rifugiato al pari di chi ottiene lo status oggi in Europa e se quel rifugiato non avesse trovato, nel paese di accoglienza, delle condizioni idonee all’espressione della sua potenzialità, oggi non avremmo le sue opere.
Il progetto presenta le opere di otto artisti contemporanei, che hanno vissuto l’esperienza dell’esilio o affrontato il tema della fuga nella loro ricerca artistica. Ai Weiwei – artista tra i più grandi comunicatori della nostra epoca – il quale presenta un’opera provocatoria: un “fake Rothko”, ovvero una riproduzione del lavoro del maestro realizzata usando blocchetti di LEGO donati da migliaia di volontari. E poi Adel Abdessemed, Christian Boltanski, Nalini Malani, Abu Bakarr Mansaray, Richard Mosse, Dinh Q. Lê e Artur Żmijewski.
Le loro opere dialogheranno con quelle di cinque artisti rifugiati emergenti: Majid Adin (animatore, Iran, rifugiato in Inghilterra), Rasha Deeb (scultrice, Siria, rifugiata in Germania), Hassan Yare (fumettista, Somalia, rifugiato in Kenya), Mohamed Keita (fotografo, Costa d’Avorio, rifugiato in Italia) e Bnar Sardar Sidiq (fotografa, Iraq, rifugiata in Inghilterra). Oltre a presentare le proprie opere questi giovani artisti saranno a Venezia per partecipare ad una residenza artistica.
Rothko in Lampedusa nasce anche grazie al sostegno del Gruppo UniCredit.
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