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Sbarchi, relocation e protezione speciale, i numeri di un anno (con qualche “performance” imbarazzante)

I nuovi dati su scala annuale del ministero dell’Interno: sbarchi in aumento ma a livelli minimali rispetto al quinquennio precedente; in crescita, oltre che in cifra assoluta, anche l’incidenza dei minori non accompagnati; in aumento i ricollocamenti di richiedenti asilo (sia pure sempre nell’ordine delle centinaia di persone), ma si conferma l’imbarazzante “performance” della protezione speciale.

Cliccare per ingrandire: gli “sbarchi” di migranti in Italia dal 2013 al 2020 (fonte Ministero dell’Interno).

 

Riproduciamo qui sopra un grafico appena pubblicato dal ministero dell’Interno, che aiuta a farsi un’idea sulla portata reale dell'”emergenza sbarchi” agitata nel “dibattito” politico balneare di queste settimane. Sono 21.600 i migranti sbarcati nell’ultimo anno. Un dato in netto aumento rispetto all’anno precedente 2018-2019 (+ 149%), ma a livelli minimali rispetto all’intero periodo 2013-2018.

Piuttosto, le ultime serie di dati raccolte dal Ministero evidenziano che l’ultimo anno ha visto l’intensificarsi dell’arrivo di minori non accompagnati. Non solo in cifra assoluta, dai 1.119 bambini e ragazzi del 2018-2019 ai 2.886 del 2019-2020, ma anche in termini di incidenza: se in generale le persone sbarcate sono cresciute, come abbiamo detto sopra, del 149%, i non accompagnati sono cresciuti del 158%.

“Emergenza Tunisia”, però con le percentuali del 2018-2019

Dei 21.618 migranti sbarcati fra il 1° agosto 2019 e il 31 luglio 2020, 5.271 sono stati soccorsi in “area SAR” (fra loro 4.066 sono stati soccorsi da navi di ONG) e 16.347 sono arrivati con “sbarchi autonomi“. Circa 9.000 persone sono arrivate dalla sola Tunisia e quasi altrettante dalla Libia, mentre i restanti da Turchia, Algeria, Grecia, Albania ed Egitto.

Le cittadinanze principali degli sbarcati: prima fra tutte quella tunisina (come nel 2018-2019, sia pure con una percentuale rispetto al totale degli arrivi in lieve crescita: dal 32% al 34%). A seguire, nell’ultimo anno, quella bengalese e quella ivoriana; nel 2018-2019, invece, la seconda e la terza posizione erano occupate da persone che avevano lasciato il Pakistan e l’Irak.

Nell’ultimo anno sono stati arrestati 133 “scafisti”, contro i 120 dell’anno precedente.

Relocation in aumento…

Sempre nell’ultimo anno (settembre 2019-luglio 2020) sono stati “ricollocati” in altri Paesi dell’UE 622 richiedenti asilo: ancora una volta poche centinaia di unità, e però in netta crescita rispetto ai 233 dell’anno precedente, soprattutto in Francia e Germania ma anche in Portogallo, Irlanda, Lussemburgo e Finlandia. Nelle prime due settimane di questo mese d’agosto, inoltre, sono stati accolti in Germania altri 106 richiedenti.

…ma protezione speciale allo “zero virgola”

Su scala annua, l’ultimo bilancio del Viminale sulle procedure di protezione internazionale vede una diminuzione sia dei richiedenti asilo registrati (- 6%) sia dei richiedenti esaminati (dai 121.100 del 2018-2019 ai 71.700 del 2019-2020). Secondo questi dati non ancora “consolidati”, sarebbe in diminuzione la percentuale di domande respinte, dall’83% al 79% circa del totale delle domande esaminate. 

Si conferma intanto, in attesa delle elezioni regionali di settembre, prima delle quali il primo “decreto sicurezza” del 2018 non verrà toccato dal governo Conte II, l’imbarazzante performance della nuova protezione speciale che ha “sostituito” la protezione umanitaria: negli ultimi 12 mesi è stata riconosciuta allo 0,7% dei 71.700 richiedenti esaminati, vale a dire ad appena 500 persone (v. nella tabella qui sotto).

Cliccare per ingrandire: richiedenti asilo e richiedenti asilo esaminati nel periodo 1° agosto 2019-31 luglio 2020 (fonte Ministero dell’Interno).

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