Popolazione: 40.218.000
Capitale: Khartoum
Il Sudan (o Repubblica del Sudan) è uno stato africano che confina ad est con il Mar Rosso l’Etiopia e l’Eritrea, a sud con il Kenya, la Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan e l’Uganda, ad ovest con la Repubblica Centrafricana e con il Ciad, a nord con l’Egitto e la Libia.
Il Sudan ottiene l’indipendenza dal protettorato britannico nel 1956. È oggi suddiviso in 26 stati (ad esempio la zona del Darfur è suddivisa in tre stati: il Shamal Darfur, il Gharb Darfur e il Janub Darfur), chiamati wilayat, risalenti a vecchie divisioni amministrative britanniche. Il 9 luglio 2011 la regione autonoma sudanese del Sud Sudan è diventata indipendente, venendo riconosciuta ufficialmente dall’ONU come il suo 139esimo Stato membro.
Tipo di governo e politica recente
Formalmente il Sudan è una repubblica presidenziale ma in realtà è retta da una giunta militare. I principali partiti politici sudanesi sono il National Congress Party e il Sudan People’s Liberation Movement. L’instabilità dell’attuale politica sudanese si può considerare il risultato di una storia ricca di accese guerre civili e dittature longeve che ne hanno compromesso la stabilità fin dai primi anni dell’indipendenza. Nel 1989 l’attuale presidente del Sudan, il generale Omar Hassan Al- Bashir, attraverso un sanguinoso colpo di stato destituì il suo predecessore instaurando un regime militare. Nell’arco dei suoi mandati il presidente sudanese ha più volte ricevuto gravi attacchi dagli osservatori internazionale per quel che riguarda il controllo del paese: è ritenuto responsabile delle centinaia di vittime del conflitto del Darfur in quanto potenziale sostenitore e finanziatore delle milizie Janjaweed, nonché dei difficili rapporti con il vicino Ciad, costantemente invaso dalle milizie sudanesi.
Nel marzo 2009 il Tribunale Penale internazionale ha emesso nei confronti di Al- Bashir un mandato di arresto con l’accusa di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Accuse aspramente smentite dal Capo del governo. Nel 2010 in Sudan si sono svolte le nuove elezione presidenziali che hanno visto riconfermato dal popolo l’esponente del National Congress Party al-Bashir. Anche in questo caso non sono mancate pesanti accuse di brogli elettorali. Durante il corso delle elezioni nazionali i sudanesi hanno inoltre votato l’elezione del Presidente del governo provvisorio del Sudan meridionale: Salva Kiir che ha sostenuto il referendum del gennaio 2011per l’indipendenza delle regioni meridionali dello Stato. Questa consultazione era già parte dell’accordo Naivasha del 2005 tra il governo di Khartoum e l’Esercito di liberazione popolare del Sudan/Movimento (SPLA/M). A seguito dei risultati il 7 febbraio 2011 il presidente del Sudan, ufficializzando i risultati del referendum, ha proclamato la nascita dello Stato del Sud Sudan che diviene così il cinquantaquattresimo stato africano. Il 9 luglio 2011, dopo un periodo di prova, viene proclamata l’indipendenza del Sud Sudan, subito riconosciuta dal governo di Khartoum.
Guerre
Il conflitto tra il Sudan settentrionale e il Sudan meridionale vede le sue origini negli anni successivi la fine del protettorato britannico e la conseguente dichiarazione di indipendenza dello Stato. La principale motivazione del continuo scontro è la volontà da parte del Sudan settentrionale islamico di imporre in tutto lo stato, anche nelle zone meridionali prevalentemente cristiane, la religione islamica e le leggi della Sharia .
Il conflitto ha conosciuto gli anni più cruenti tra il 1983 e il 2003 diventando una vera e propria guerra civile. La situazione si è aggravata ulteriormente con l’insediarsi di Omar Hassan Al- Bashir attraverso un colpo di stato militare e appoggiato dalle Forze islamiche del nord. Ne sono seguite aspre rivolte da parte delle popolazioni meridionali e da gruppi armati organizzati, prontamente attaccati dall’esercito del Governo e dalle milizie che lo sostengono. Il conflitto non si può dire ancora del tutto estinto, negli anni ha cambiato connotazione e poste in gioco: le notevoli risorse petrolifere di cui è ricco il centro del Sudan giustificano le continue azioni di guerriglia per il controllo del territorio.
Un altro sanguinoso conflitto investe la regione del Darfur, dove la popolazione sedentaria (comunemente definita ‘nera’) si scontra con la popolazione nomade (comunemente definita ‘araba’). Le tribù sedentarie costituiscono due gruppi armati (Sudan Liberation Army-SLA e Justice and Equality Movement -Jem) che avviano un movimento di ribellione armata per focalizzare l’attenzione del Governo sulla costante condizione di povertà e sottosviluppo della Regione. Il Governo risponde organizzando rappresaglie durissime contro le popolazioni indigene e non islamizzate; si ipotizza anzi uno stretto legame fra il Governo centrale e le milizie arabe Janjaweed assiduamente impegnate nello scontro con la popolazione sedentaria e i gruppi armati del Darfur. Sempre smentito tale legame ha dato il via ad un susseguirsi a catena di scontri tra guerrieri nomadi e la popolazione stanziale causando migliaia di vittime. Nel 2006 il Governo sottoscrive un accordo di pace con il Movimento di liberazione del Sudan, mai del tutto mantenuto.
Il Darfur è una terra poverissima come reddito pro-capite, soggetta a una desertificazione incessante ma è al tempo stessa ricca di materie prime fra cui il petrolio. Questo fattore è stato purtroppo fonte di alimentazione del conflitto perché ha messo in gioco gli interessi del Governo centrale che ora mai acconsentirebbe alle richieste d’indipendenza della popolazione stanziale.
Profughi sfollati e rifugiati
Dal 2003 ad oggi in Sudan sono state registrate circa 300 mila vittime dei conflitti, 3 milioni di profughi di cui 200 mila sfollati nello stato del Ciad e i restanti nei campi per sfollati all’interno del territorio sudanese. Gli osservatori internazionali hanno più volte denunciato i crimini contro l’umanità ai danni di civili e guerriglieri, arrivando ad ipotizzare inoltre un vero e proprio genocidio. A riprova del dato allarmante si aggiunge che lo Stato del Sudan ospita quelli che sono considerati i più grandi campi profughi a livello mondiale.
Anno 2011: 2,558 (dato assente per l’Italia)
2010: 2.177 (dato assente per l’Italia)
2009: 2.520 domande (dato assente per l’Italia)
2008: 2.660 domande di cui 226 registrate in Italia
2007: 2.029 domande (dato assente per l’Italia)
2006: 2.944 domande (dato assente per l’Italia)
2005: 3.186 domande (dato assente per l’Italia)
Bibliografia, linkografia, filmografia
Julie Flint, Alex de Waal, Darfur: A Short History of a Long War, Zed Books, London, 2008
www.ecoi.net
Lost Boys of Sudan (2003) di Megan Mylan, documetario, 87’
Dati aggiornati secondo il rapporto a cura di UNHCR, Asylum Levels and Trends in Industrialized Countries 2011 – Origin of asylum applications lodged in the European Union (27) | 2010 and 2011 – TABLE 5.
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