Le hanno elaborate i ricercatori del Collegio Carlo Alberto di Torino, di FIERI e dell’Università di Bologna coinvolti nei progetti europei Welcoming Spaces e Whole-COMM. “Potrebbero divenire i principi ispiratori per un aggiustamento di tiro del PNRR, che finora ha sottovalutato il pericolo, molto concreto, che svantaggi etnici e territoriali si rafforzino a vicenda”. «A partire dal 2015 si è assistito a una redistribuzione dei richiedenti asilo sul territorio nazionale, anche nelle aree più periferiche. Proprio le aree più svantaggiate del Paese sono state spesso tra quelle più capaci di far leva sull’arrivo dei rifugiati per ricominciare a ragionare sul futuro e a investire sul rilancio economico, sociale e culturale. Eppure queste esperienze promettenti sono rimaste sostanzialmente isolate, nel migliore dei casi insignite di formali riconoscimenti come “buone pratiche”, in un quadro in cui il nesso tra accoglienza dei migranti e sviluppo territoriale nelle aree marginali non è stato messo al centro di alcuna vera politica nazionale». Partono da questa grave disattenzione i ricercatori del Collegio Carlo Alberto di Torino, di FIERI e dell’Università di Bologna coinvolti nei progetti Welcoming Spaces e Whole-COMM che, in una riflessione comune condivisa in questi giorni, hanno proposto alcuni “principi chiave” per legare in modo efficace l’integrazione di migranti e rifugiati e lo sviluppo delle aree marginali del Paese. Ecco in sintesi i cinque principi: 1) produrre «immaginari condivisi di futuri possibili» su migrazione e sviluppo delle aree interne; 2) sostenere uno sviluppo a beneficio di tutte e tutti; 3) sostenere un