A Torino si sta creando una rete a sostegno dell’accoglienza di alcune delle famiglie siriane che arriveranno attraverso il primo corridoio umanitario aperto dalla Comunità di S.Egidio e dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII dal Libano grazie ai fondi della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI). Come annunciato a ottobre dalla Comunità di S.Egidio e dall’Operazione Colomba dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, circa un migliaio di persone dal Libano e dal Marocco avranno la possibilità di arrivare in Europa attraverso un canale sicuro. Un corridoio umanitario a tutela del loro diritto umano di trovare rifugio da “guerra, violenza e torture attraverso una modalità che permetta loro di approdare in altre terre sicure non solo essendo vittime di trafficanti di vite umane, di venditori di morte, di sfruttamento, di barconi“, come ricorda Sergio Durando, direttore dell’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Torino che con entusiasmo ha iniziato a collaborare con l’Operazione Colomba per la futura accoglienza di alcune di queste persone. Torino infatti sarà una delle città che accoglierà alcuni cittadini siriani, provenienti da un campo per rifugiati in Libano situato a pochi chilometri dal confine con la Siria nei pressi del villaggio di Tel Aabbas e in cui l’Operazione Colomba è presente dall’aprile del 2014. Come ricorda però Diego Montemagno dell’associazione ACMOS, l’accoglienza di queste persone non si fermerà alla sola sistemazione, ma comprenderà il processo di integrazione nel tessuto del territorio, attraverso la partecipazione alla vita sociale, l’avvicinamento ai luoghi di culto, l’inserimento dei bambini e adolescenti nelle scuole e dei genitori nel mondo del lavoro. L’appello