Dopo mesi di proteste e distinguo, siamo giunti all’atto finale. Il reality The Mission, che vedrà persone legate al mondo dello spettacolo del calibro di Albano e Emanuele Filiberto impegnati in alcuni campi profughi dell’UNHCR, è arrivato alla fase delle registrazioni in studio. Lo scopo del programma? Secondo gli organizzatori, si tratta di un tentativo accattivante di portare a conoscenza del grande pubblico i problemi quotidiani di chi ha perso tutto e ha dovuto scappare dal proprio Paese. The Mission – Il mondo che il mondo non vuole vedere, è promosso da grandi organizzazioni come Unhcr e Intersos. Nonostante questo, gran parte delle associazioni impegnate da sempre nell’aiuto ai rifugiati ha fatto sentire la propria voce, esprimendo il proprio dissenso attraverso comunicati e petizioni, per chiedere la cancellazione del programma televisivo. Il braccio di ferro sembra non aver sortito gli effetti sperati. Il 26 novembre un numeroso gruppo di operatori del settore si è dato appuntamento davanti alla sede della RAI di Via Verdi 31, a Torino, dove sono ormai iniziate le riprese dello show. Hanno urlato a gran voce la loro opinione e hanno distribuito volantini in cui si descriveva dettagliatamente il motivo della loro posizione contraria. Buonismo interessato Secondo gli aderenti alla protesta si tratta di un ulteriore tentativo di spettacolarizzare il dolore, che non mira affatto alla volontà di informare su quelli che sono i reali problemi dei rifugiati, legati alla mancanza di leggi comuni e organiche in tema di asilo. L’obiettivo sembra essere quello di suscitare l’emozione