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Archivio Tag: sport

Parigi 2024: dai 400 metri una seconda medaglia per il Refugee Paralympic Team

È il bronzo di Guillaume Junior Atangana, rifugiato ipovedente del Camerun, terzo nella finale allo Stade de France. Un altro bronzo è stato conquistato nei giorni scorsi dalla giovane afghana Zakia Khudadadi nel taekwondo: la prima medaglia di sempre per la Squadra paralimpica dei rifugiati, che quest’anno conta otto membri oltre a due “guide runner”. Khudadadi, minacciata di morte, è stata evacuata dall’Afghanistan dopo la caotica presa del potere da parte dei Talebani nell’agosto 2021. 

Parigi 2024: mi hai accolto? E io ti vinco una medaglia

Ai Giochi di Parigi 2024 il coraggio e la resilienza dei rifugiati non hanno brillato solo sotto la bandiera dell’Olympic Refugee Team. Ad esempio l’atleta di origine iraniana Kimia Alizadeh ha gareggiato per la Bulgaria, portandole una medaglia. Sceso il sipario sulle Olimpiadi, i riflettori sono ora puntati sul Refugee Paralympic Team che parteciperà ai Giochi paralimpici dal 28 agosto.

Parigi 2024, per la prima volta una medaglia olimpica nel Refugee Team

Se l’è guadagnata la giovane Cindy Ngamba, che ieri nei quarti di finale di pugilato famminile, categoria 75 kg, ha battuto la francese Davina Michel 5-0. Il metallo della medaglia è ancora incerto, perché giovedì la 25enne di origine camerunense salirà sul ring per provare a guadagnarsi un posto nella finale per l’oro. Ma almeno il bronzo è già al sicuro. *** Aggiornamento 8 agosto: per Cindy Ngamba è medaglia di bronzo ***  

Parigi 2024: con l’Olympic Refugee Team arriva la squadra della resilienza e del coraggio

Sono 36, sette in più rispetto a Tokyo 2020, gli atleti della rappresentanza dei rifugiati ai Giochi di Parigi 2024. Sono fuggiti da 11 Paesi diversi, sono ospitati dai Comitati olimpici di 15 Paesi fra cui l’Italia e gareggeranno in 12 sport. La ciclista afghana Masomah Ali Zada, capo missione: “Lo sport può darti molto quando arrivi in un nuovo Paese come rifugiata. Ti permette di integrarti in una nuova comunità. Ti dà speranza e ti dà gli strumenti per affrontare alcune sfide che la condizione di rifugiato comporta: uno spazio in cui puoi dimenticare e metterti in gioco”.

Mondiali di atletica, maratona: Gabriyesos non ci sarà, il testimone dei rifugiati al solo Hassan

L’atleta di origine eritrea è stato costretto a rinunciare per una seria malattia virale. Ma ai suoi tifosi ha già dato appuntamento per la mezza maratona di Riga, all’inizio dell’autunno. Alla maratona di oggi, a Budapest, rimane comunque iscritto un altro rifugiato, l’etiope Omar Hassan.***Aggiornamento: alla maratona un buon piazzamento per Hassan ***

Budapest, Mondiali di atletica leggera 2023: ecco i nomi e i volti dell’Athlete Refugee Team

La rappresentanza dei rifugiati ai Campionati mondiali di atletica leggera iniziati oggi nella capitale ungherese è composta di sei atleti. Due, fra cui la già due volte olimpionica Anjelina Nadai Lohalith, sono originarie del Sud-Sudan, uno della Siria, uno del Marocco, uno dell’Etiopia. Ma partecipa anche l’eritreo Tachlowini Gabriyesos, ad oggi l’atleta rifugiato di maggior successo. Chissà che i sei dell’Athlete Refugee Team nei giorni di Budapest non riescano a dire qualcosa, con il loro coraggio e la loro determinazione, all’Ungheria di Viktor Orbán che nel 2022, profughi ucraini a parte, ha concesso asilo a 30 (trenta) rifugiati.

Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, in prima mondiale anche una squadra di rifugiati

Ancora una volta nel raccontare le storie, il coraggio dei sei atleti rifugiati dei Paralympic Games e il significato della loro rappresentanza è facile scivolare sulle bucce della retorica, dei luoghi comuni. Però, nonostante tutto, a Tokyo 2020 è ancora possibile ricordare qualche briciola di verità, magari facendo la tara del… “di troppo”.

Refugee Olympic Team, Tachlowini Gabriyesos nella top 20 della maratona

A Tokyo 2020 l’atleta del Refugee Olympic Team, il primo rifugiato ad essersi mai qualificato per una maratona olimpica, è arrivato 16° (su altri 75 colleghi che nell’afa di Sapporo sono riusciti a concludere la prova) a pochi minuti dal vincitore: da oggi può dirsi tra i migliori atleti del mondo. Si è “allenato” fra l’altro attraversando a piedi il deserto verso il Sudan, l’Egitto e poi Israele in fuga dall’Eritrea, quando era ancora un ragazzino di 12 anni.

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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