Rifugiati politici e richiedenti rifugio incontrano Monsignor Nosiglia
L’arcivescovo di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia, ha incontrato i rifugiati, richiedenti asilo e rifugio della città, martedì 28 dicembre presso la chiesa di Gesù Operaio di via Leoncavallo: un’occasione di dialogo e confronto. Fredo Olivero direttore dell’Ufficio Pastorale Migranti di Torino era presente e racconta così l’incontro al quale hanno partecipato oltre 150 persone provienienti da 11 Paesi diversi Monsignore, ascolti le nostre storie… di Fredo Olivero* Ascoltare il grido di dolore e speranza che viene dai richiedenti rifugio – rifugiati – soggetti a protezione umanitaria e farsi interprete morale di fronte ai politici locali (Comune, Regione, Prefettura) e nazionali (Governo), farsi voce di chi è in difficoltà: sono questi i motivi per cui l’Arcivescovo di Torino Monsignor Nosiglia ha voluto ascoltare storie di vita, nella maggior parte dei casi assai simili nella loro drammaticità, di giovani provenienti dall’Africa (Libia, in particolare) di 11 nazionalità diverse (anche asiatiche). E’ stato un ascolto attento durante il quale Monsignor Nosiglia ha preso appunti sui passaggi più significativi. In 150 hanno accolto l’invito e si sono espressi sulle difficoltà e i problemi che stanno vivendo: l’isolamento, la condizione dell’essere “parcheggiati”, la noia quotidiana, i problemi di salute gravi non affrontati, di residenza, di trasporto, di dialogo con la popolazione, di permesso di soggiorno, le lunghe attese prima di essere ascoltati dalla “Commissione per i rifugiati” (e, poi, forse, respinti), la mancanza di cibo per chi vive nelle “case occupate” da 4 anni senza prospettiva di un’abitazione e di un lavoro (persone che hanno già il