Stupore e sconcerto dopo l’arresto di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace accusato di fatto, come denuncia la Rete dei Comuni solidali, «di avere cercato di impedire, senza nessun vantaggio personale o economico ma per un senso morale di giustizia, che degli esseri umani finissero nel limbo della clandestinità».
Un primo appuntamento per una risposta al «reato di solidarietà» all’italiana sarà a Riace il 6 ottobre, alle 15.00. Lo ha indetto la Re.Co.Sol, la rete dei 264 “Comuni solidali” dopo l’arresto ai domiciliari di Mimmo Lucano.
Lucano, il sindaco del paese calabrese diventato famoso in Italia e nel mondo per l’accoglienza diffusa di richiedenti asilo e rifugiati, è accusato dalla Procura di Locri di «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti».
Un ministro della Repubblica (il ministro dell’Interno Salvini sotto indagine per sequestro di persona aggravato per la vicenda della nave Diciotti) non ha saputo resistere all’impulso di commentare immediatamente via social, con il consueto contegno istituzionale e misura verbale: «Accidenti, chissà cosa diranno Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati».
Verso il “reato di integrazione”?
Noi non riusciamo a credere, nella vicenda giudiziaria del sindaco di Riace, a complotti e direttive arrivate dall’alto. Ma lo stupore per la sproporzione di ciò che si è abbattuto nell’ultimo anno su Mimmo Lucano viene ben descritto, fra i tanti messaggi di solidarietà a suo favore, dai suoi colleghi amministratori del gruppo di coordinamento del Re.Co.Sol, in una nota diffusa ieri: «Che nella Locride in cui la ‘ndrangheta spadroneggia si arresti Domenico Lucano è paradossale. Quando il sindaco di Riace fu accusato di molteplici reati non esitammo a schierarci dalla parte del sindaco certi della sua innocenza. Oggi nelle parole del Gip ne troviamo la conferma, Lucano non avrebbe colpe. Ma nel corso delle indagini sarebbero emerse altre irregolarità che oggi hanno portato all’arresto del sindaco di Riace».
«Lucano – afferma il Re.Co.Sol – viene accusato di avere cercato di impedire, senza nessun vantaggio personale o economico ma per un senso morale di giustizia che degli esseri umani finissero nel limbo della clandestinità. Invece di un premio per la sua umanità, in una Italia in cui cresce l’intolleranza e si restringono gli spazi di libertà, riceve le manette. Noi continuiamo a stare con l’Italia che si oppone alle leggi razziali e all’odio. Con i tanti amministratori che sul territorio combattono una pericolosa deriva xenofoba e razzista. Domenico Lucano è colpevole del reato di integrazione. A lui, a Riace e all’Italia che non si arrende la nostra incondizionata vicinanza e solidarietà».
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